Seconda partita decisiva contro la squadra dello Stato che non c’è e seconda vittoria: partiamo dalle cose positive. Perché l’inizio della partita non lo è di certo: i moldavi che non ce n’è manco uno moldavo giocano bassissimi e strettissimi cercando di infilarci in contropiede, ma nonostante questo abbiamo delle occasioni pazzesche fin da subito.

Il fatto che Miccia Corta Martinez cicchi la palla servitagli su un piatto d’argento da Vidal (migliore in campo insieme a Brozoman) a un metro dalla porta contemporaneamente togliendola dai piedi di Barella mi fa temere un’altra serata tipo quelle che infiliamo da 3 partite consecutive con lo Shakhtar di merda. Seguono in rigoroso ordine di importanza e non cronologico: stop clamoroso di petto di Dzeko con seguente tap-in a mezzo metro parato incredibilmente dallo Jaschin greco-moldavo-ortodosso; palo da fuori di Lautaro (onestamente la sua miglior giocata da almeno 2-3 partite a questa parte); doppio tiro di Lautaro sul portiere; colpo di testa di Dzeko da 40 cm incredibilmente fuori; e un totale di altri tiri verso la porta (che a fine primo tempo saranno 14 vs 1).

Chi conosce la dura legge dell’Inter subodora già la serata di merda, eppure i nostri eroi ci stupiscono: in avvio del primo tempo Vidal pressa a tutto campo fino a recuperare una clamorosa palla che serve a Brozo, finta che manda a male due sceriffi e tiro che passa incredibilmente in mezzo alle gambe del difensore per insaccarsi in rete mentre Barella si butta a terra come se avesse visto una granata (mi sono pisciato sotto dal ridere). Chi poteva segnare contro i fottuti sbirri del KGB con simbolo imperialista occidentale sulla maglia se non quel delinquente mancato debosciato di Brozo? Karma totale.

Dopo il gol lo Sheriff fa salire la pressione, ma noi controlliamo abbastanza bene il match e sull’ennesimo calcio da fermo finalmente insacchiamo il raddoppio anche se per farlo ci vogliono un colpo di testa e due tap-in da mezzo metro (con il primo tap-in parato da una mano in mezzo alle gambe al rovescio che non sa neanche il portiere da dove gli è spuntata). Il terzo gol non lo fa una delle nostre punte titolari (sia mai), ma finalmente El Viejo maravilla che recupera un bel pallone con cazzimma e poi spara un bel missile terra aria: match in ghiacciaia che non riesce a essere rovinato dal gol da polli che regaliamo al 92esimo all’ennesimo Traoré che ci castiga (chissà che cazzo abbiamo fatto a tutta la loro stirpe…).

Sei punti dovevamo fare contro i maledetti sceriffi e sei punti abbiamo fatto. Se quell’altro sbirro di De Zerbi non avesse rotto il cazzo saremmo già qualificati e invece tocca avviarci all’ennesima serata da psicodramma a San Siro. Psicopatia, unica via.