Non so se l’ho già scritto, ma lo sapete che odio la sosta delle Nazionali? Ci sono poche cose del calcio che odio come la sosta delle nazionali. E in generale non capisco come un interista che si rispetti possa apprezzarle: ci portano sempre una sfiga pazzesca oltre ad essere di poco o punto interesse.

Al di là di questo ci presentiamo al trittico di impegni dei prossimi 7 giorni con i nostri già normalmente poco prestanti eroi praticamente atterrati nel piazzale dell’Olimpico: sapevamo che avremmo giocato metà partita e quindi dovevamo chiuderla entro i primi 50 minuti per aver speranza di fare qualche punto (sempre ricordando che l’Inter di quest’anno deve fare almeno un paio di gol per stare tranquilla e non tornare a casa a bocca asciutta).

Il problema sono proprio i gol: perché alla fine abbiamo giocato una prima parte di partita molto ordinata e attenta, senza grandi sbavature cogliendo anche il vantaggio con un rigore guadagnato da Barella e segnato da Perisic. Ma questo non basta e gli errori marchiani nell’ultimo passaggio richiamano alla mente l’Inter che fu prima di tornare a vincere qualcosa e come quell’Inter i risultati sono un po’ mesti.

Soprattutto un paio di occasioni nettissime in cui al posto di infilare in fondo al sacco lo 0-2 abbiamo sprecato malamente gridano vendetta e tutto a un tratto si fa sentire sia la stanchezza che i difetti soprattutto mentali della squadra: Barella è in una fase in cui cerca sempre il numero di troppo (temo che troppi articoli altisonanti gli abbiano dato alla testa); Bastoni è in giornata no (e non per il rigore che comunque suggella una partita piena di errori e molto povera di spunti); De Vrij non è certo in uno dei suoi periodi migliori. Gli altri fanno il loro compitino, financo Gagliardini (con tutti i suoi limiti), Dzeko (con tutti i suoi anni) e Handanovic (con tutte le solite bestemmie).

Onestamente dal punto di vista delle occasioni quando arriva il pareggio della Lazio non si può dire che fosse inaspettato anche se onestamente la sconfitta così larga è immeritata, ancorché generata da errori pazzeschi: il loro secondo gol nasce da un’azione che avrebbe potuto diventare il nostro 0-2 e non me la menate con la storia dell’uomo a terra, perché secondo me il giorno che smettiamo di farlo pure noi sarà sempre troppo tardi. Se al posto di lamentarsi lo avessero falciato Felipe Anderson in porta non ci andava. Il terzo gol poi quando stai cercando il pari è un evento comico con il Sergente che sbuca in mezzo ai nostri centrali come se non esistessero… Male male.

Anche Limone ha patito l’ambiente cercando di scuotere la squadra con tanti cambi ma forse non quelli più sensati: Perisic era in partita al 100% quando viene sostituito da un Tucu evanescente quanto la mi voglia di guardare le Nazionali e forse Lautaro poteva essere rischiato prima che fosse troppo tardi.

Alla fine io avrei firmato con il sangue per un pareggio, quindi ho perso solo un punto rispetto alle mie aspettative (certo con i 2 persi a Sampierdarena diventano 3, oltre a un 0 in classifica di Champions che ridimensiona di molto il valore del nostro avvio di stagione), ma sento aleggiare nell’aria quel profumo di tragedia, quel sentore di settimana maledetta. Mi sbaglierò, soprattutto perché quell’anno vincemmo anche un trofeo nonostante tutto, ma temo che siamo tornati lì, simpatici ma perdenti. Dopotutto se togli i due migliori giocatori a una squadra sostituendoli con una scartina della Lazio e con un pensionato dalla grande storia calcistica non vorrai mica aspettarti di essere forte come l’anno scorso (non parlo neanche di chi pensa che siamo più forti perché per loro c’è solo la psichiatria)? Voliamo basso e schiviamo il sasso, che è meglio.