IL TIFOSO

Dal divano è tutta un’altra cosa, altro che il Sant’Elia…

Dal divano è tutta un’altra cosa, altro che il Poetto, i ravioli con scampi e carciofi…

Ok, basta, scrivo della partita perché sennò inizio a piangere.

Dopo un bel piatto di tortellini domenicali (ogni tanto le tradizioni bolognesi mi fregano) mi appropinquo alla poltrona pensando a Gasperini e a quanto è solito rompere durante le sue interviste in cui parla della sua esperienza all’Inter: tra lui e Montella non so chi perda più tempo a parlare di noi che delle proprie squadre.

Sarebbe bello dargli una lezioncina oggi, penso. Sportivamente parlando, s’intende.

Osservo con gioia che il mister ha confermato gli stessi undici di Cagliari, gli stessi baciati dalla fortuna della nostra presenza fisica allo stadio, e la trovo una roba giusta e razionale. Sono ancorato al concetto di “squadra che vince non si cambia”.

Pronti, via e la nostra squadra come sempre soffre a mettersi bene in campo, guardo l’Atalanta sfiorare un paio di volte il gol e sento imprecare i 60mila arrivati a San Siro oggi per questa tesissima sfida per la qualificazione in Europa League.

Ma dal quarto d’ora in poi è tutta una discesa: tre gol di Icardi e il pensiero va ad Alario e Pratto, attaccanti argentini ritenuti migliori di lui dal ct Bauza. Che poi a noi che ce frega, con Maurito che non va in Nazionale almeno resta a disposizione per noi 7 giorni su 7, no?

Poi Banega ne fa altri tre, la mette anche il Gagliardo, senza polenta stavolta in segno di rispetto per i suoi ex compagni.

Finisce 7-1, persino Kondogbia gioca un’ottima partita e all’Atalanta viene risparmiata la vergogna pubblica dell’ingresso di Gabriel Barbosa.

Gasperini annichilito e io, sprofondato nel divano, godo un po’.

Oggi nulla da rimproverare ai nostri, avercene di partite così. Lo sapete, non credo al terzo posto ma spero finalmente di riuscire a vedere la mia squadra in crescendo nel finale di stagione come non avviene dal 2011.

Piccole soddisfazioni in attesa di qualcosa di più serio. (AngelOne)

L’ARBITRO

Pochi gli episodi incriminati e che difficilmente avrebbero cambiato l’esito di una gara largamente dominata dai nerazzurri:

  • 2° 1T, pronti via e Zukanovic abbatte Candreva in ripartenza, sarebbe ammonizione netta, ma perché tirare fuori un cartellino già nei primi minuti? Probabilmente ci saremmo risparmiati qualche pestone da parte dei bergamaschi, che non hanno lesinato interventi del genere per tutta la partita (vedi anche Kurtic, che riesce a farsi ammonire solamente al 71°, dopo aver fatto due falli da giallo nella stessa azione al 28° 1T). Per la cronaca a fine partita gli ammoniti dell’Inter saranno 3, quelli dell’Atalanta solo uno in più;
  • 12° 1T, cross di Spinazzola sfiorato dal braccio destro di D’Ambrosio, che per poco non beffa Handanovic: il braccio è largo e il rigore ci poteva stare;
  • 15° 1T, Icardi abbattuto da Toloi quando sta per entrare in area: vero che c’è Spinazzola leggermente più avanti del difensore brasiliano, ma vero anche che Icardi sta andando verso sinistra ed è nettamente in vantaggio su entrambi, quindi la chiara occasione da gol è nettissima e ci starebbe l’espulsione. Irrati opta per l’ammonizione, per sua fortuna l’Inter segna subito;
  • 23° 1T, rigore per l’Inter, addirittura il secondo consecutivo: Icardi anticipa Berisha che lo travolge, impossibile non concedere la massima punizione (come era impossibile non concederla a Cagliari).

L’unico episodio che avrebbe potuto cambiare l’andamento della gara sarebbe stato un eventuale calcio di rigore per l’Atalanta al 12°, ma poi è da vedere come sarebbe evoluta la partita e se i bergamaschi sarebbero riusciti nell’impresa di terminare lo stesso la gara in 11. L’impressione è che stavolta non ce ne sarebbe stata per nessuno, troppa la differenza tra le squadre in campo. (Pollofifo)

IL GIORNALISTA

Una partita da non sbagliare e l’Inter non l’ha sbagliata.

A posteriori, suona quasi strano.

Invece la domenica è andata via liscia, complice una partita preparata bene ed eseguita anche meglio. Una volta superata la prima pressione dell’Atalanta, offensivamente l’Inter ha fatto quello che ha voluto fino al 45’, con un ritmo e una intensità che spesso sono mancati (chapeau al lavoro sul piano fisico).

E non parliamo della precisione sottoporta: di solito sono servite 4-5 occasioni per fare un gol, ieri invece son bastate “solo” 8 occasioni per segnarne 7.

Al di là del pomeriggio da tiro a segno, le indicazioni sono che il 4231 è il modulo che oggi si adatta meglio: le corsie laterali funzionano, Medel difensore sta dando anche più di quanto ipotizzato (non solo nella fase difensiva, ma anche nella capacità di guidare la difesa), in mezzo Kondogbia e Gagliardini si integrano alla perfezione e si è svegliato pure Banega.

Prima di pensare al futuro, Pioli deve essere bravo a continuare su questa strada, che tra l’altro può essere una ottima base di partenza per chiunque sia l’allenatore l’anno prossimo. (Matteo Spaziante)