IL TIFOSO

Probabilmente avrei dovuto capire tutto quando, sull’1-0 per il Crotone, mi hanno suonato al citofono.

Mi alzo, vado a rispondere e dall’altra parte ho una ragazza gentile che mi dice “Stiamo festeggiando la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, se ci ascolta per qualche minuto poi le lasciamo un opuscolo…”. Io, “purtroppo” senza mezzi termini, la liquido come una venditrice di enciclopedie rispondendo “No, guarda, grazie, non mi serve nulla”.

Dopo qualche minuto il 2-0.

Ci si è messa pure la Provvidenza, insomma.

E’ complicato commentare una partita indegna come questa, una partita che entra nella classifica delle figure peggiori della storia recente nerazzurra, come quella di Novara di gasperiniana memoria.

Eppure il Crotone ha strameritato la vittoria, ci ha annichilito per gran parte della partita e il sentimento di sdegno non mi ha mai abbandonato per tutti i 96 minuti.

Sono rimasto ammutolito sul divano fino alla fine, pensando all’ennesimo anno -1 appena trascorso.

Chissà se qualcuno pagherà o si dimetterà, se qualcuno si scuserà per una prestazione vergognosa come quella di oggi e per un’altra stagione difficilmente salvabile a questo punto.

Mi pervade una sensazione di enorme fastidio nel vedere undici mestieranti già in vacanza col cervello e con i piedi in concomitanza con l’allontanarsi dell’obiettivo-chimera terzo posto.

Un atteggiamento imperdonabile.

Ragionando come provinciali, quali ci dimostriamo di essere dal 2012, l’unico obiettivo da qui a fine stagione è quello di vincere sabato prossimo il derby e cercare di dare un senso al finale di stagione.

Anche perché devo ancora capire se questi hanno voglia di qualificarsi all’Europa League oppure no: forse giocare il giovedì sera impedisce loro di seguire Masterchef e di giocare per un’altra sera durante la settimana alla Playstation. (AngelOne)

L’ARBITRO

Qualche imperfezione nella prestazione di Guida, sicuramente migliore comunque rispetto a quella orrenda dell’Inter. Nel dettaglio, questi gli episodi “incriminati”:

  • 17° 1T, rigore per il Crotone: scivolata suicida di Medel, che intercetta il pallone con il braccio portandolo via a Trotta che lo aveva saltato in dribbling (!) e, per non farsi mancare niente, lo tocca una seconda volta rialzandosi. Il rigore è sacrosanto, l’intervento in scivolata folle, quello che manca è l’ammonizione al cileno, che invece ci delizierà con le sue giocate anche nel derby, per la gioia dei cinesi che potranno vederlo in diretta grazie all’anticipo delle 12.30;
  • 28° 1T, intervento di Martella su Icardi al limite dell’area: il centravanti argentino scarica il pallone sull’esterno e poi viene atterrato (probabilmente in modo involontario, ma comunque il danno procurato c’è) dall’esterno crotonese. Il contatto avviene esattamente sulla linea dell’area di rigore, quindi manca un penalty all’Inter. A giustificazione dell’arbitro si può dire che il contatto avviene a palla lontana, quindi Guida potrebbe esserselo perso in quanto attratto dal pallone;
  • 40° 1T, altra intelligentissima scivolata in area di rigore di Medel, che leva ad Handanovic un pallone che sarebbe stato comodamente bloccato per consegnarlo a un giocatore del Crotone, cross al centro e tiro a botta sicura respinto da Miranda, fortunatamente di petto;
  • 25° 2T, Palacio, già ammonito dopo un minuto dal suo ingresso in campo (quasi un record) e ancora particolarmente nervoso, rischia il secondo giallo con una gomitatina a Stoian, giudicata probabilmente involontaria da Guida, anche se il dubbio resta;
  • Nel finale Icardi chiede un paio di rigori, ma in entrambi i casi è lui alle spalle del difensore e probabilmente è lui il primo a fare fallo. La cosa preoccupante è come il centravanti argentino non sia mai riuscito a prendere il tempo ai “temibili” difensori centrali del Crotone;
  • Una curiosità sul recupero: Guida dà 6 minuti, a 94:30 resta a terra un calciatore del Crotone e il fischietto di Torre Annunziata comunica ai giocatori, giustamente, che mancherà un minuto e mezzo da quando si ricomincerà a giocare. Bene, il gioco riprende quasi a 96:00, sarà nuovamente fermato in occasione dell’ultima punizione dal limite per l’Inter e a 97:15 l’arbitro fischierà la fine; a occhio, i conti non tornano (ovviamente non sarebbe cambiato nulla, anche perché la rimessa era per il Crotone). (Pollofifo)

IL GIORNALISTA

Dal 2011/12 sono passati dall’Inter:
– 111 giocatori
– 7 allenatori
– 5 team manager
– 4 amministratori delegati
– 3 proprietari.
Sei stagioni con enormi differenze l’una dall’altra, ma quasi tutte con una costante (oltre quella trivia che si può ricavare dai dati sopra): ad un certo punto di aprile, l’Inter si è ritrovata senza alcun obiettivo (o quantomeno senza poter raggiungere quello fissato ad inizio stagione). Non è una cosa normale, non può esserlo: per la legge dei grandi numeri, prima o poi deve accadere. All’Inter no, ed è pure difficile trovare colpe e colpevoli, sono troppe ampie e troppi.
Abbiamo visto tre società (forse due o due e mezza effettive, considerando che Suning non si è interamente inserita) non riuscire a mettere freno alla deriva di sei squadre diverse: chi prima e chi dopo, ma tutte le rose di queste stagioni hanno passato un momento in cui chi guardava da casa si trovava a pensare “non li vogliamo più vedere, questi non hanno nemmeno voglia di giocare”, come successo ieri contro il Crotone. In alcune stagioni, come questa, è successo almeno con due diversi allenatori, se non 3 nel caso in cui volessimo usare come “prova” le amichevoli estive.
I tifosi invocano la più classica delle figure forti, uno che faccia un po’ tutto: in sostanza, il ricordo di José Mourinho è ancora dietro l’angolo. Di Mourinho, però, ce n’è solo uno, e altrimenti ci sarebbero anche i vari Special Two, Special Three e via dicendo. Può bastare un Conte o un Simeone? E perché l’Inter è l’unica che ha estrema necessità di un allenatore così, mentre le altre vanno più che bene anche con tecnici “normali”?
Sono domande che i tifosi si fanno da anni, così come quella che credo sia la principale: come uscire da questo circolo vizioso lungo ormai quasi 6 anni? Domanda da un milione di dollari. E, in effetti, c’è chi i milioni li ha: tocca affidarsi a loro. (Matteo Spaziante)