L’inizio di questa stagione ci ha restituito un’Inter molto diversa dalla precedente.

E’ sotto gli occhi di tutti come la squadra si approcci in maniera differente alla partita, all’avversario, finendo spesso per andare sotto nel risultato e tentare soltanto dopo la rimonta disperata.

E’ successo in campionato e in Champions, senza distinzione alcuna.

E’ una stagione strana, per tutti, bisogna dirlo: sembrano per ora non esserci equilibri in generale, l’assenza del pubblico, come nel finale della scorsa stagione, sta regalando approcci variegati fornendo magari molta più serenità a squadre più deboli nella testa (vedi Milan o Roma, per esempio) o, al contrario, bisogno di “sveglie” verso compagini dall’atteggiamento svagato.

Ecco, non so se noi rientriamo in questa casistica ma è oggettivo che quest’anno senza qualche schiaffone non cominciamo a giocare, salvo qualche sparuta occasione qua e là.

Cosa ci succede quindi?

Dall’alto della mia sapienza calcistica da giocatore di PlayStation e osservatore da poltrona (sapienza quindi probabilmente pari a quella di un assaggiatore di miele, per dirne una) ho una convinzione: l’Inter di Conte, quella dell’anno scorso, non esiste più.

E’ finita dopo la finale di Europa League, ulteriormente disintegrata dopo il famoso incontro di Villa Bellini, momento nel quale forse bisognava trovare la forza (e i soldi) per separarsi.

Lo dico pur essendo convinto che Conte, sulla carta, resti il miglior allenatore possibile per questa Inter. Lo era l’anno scorso, lo è anche quest’anno.

Ma dobbiamo recuperare il vecchio Conte e la vecchia Inter (oddio, vecchia, basta quella di qualche mese fa) perché sono altresì convinto che sia il vecchio Conte sia la vecchia Inter vincerebbero questo campionato e supererebbero questo girone di Champions League.

Ci sarebbe la fame per aggredire finalmente i leader decennali del nostro mediocre campionato allenati da un principiante, ci sarebbe la consapevolezza di aver fatto tantissimi passi avanti durante la scorsa stagione.

E invece?

Invece vedo una squadra con tantissime distanze tra i reparti, buchi lasciati agli avversari, poca compattezza, un mister sempre scuro in volto e molle nelle interviste (ovviamente non posso sapere come è invece durante l’allenamento). Parlo appunto di sensazioni.

Serve un sussulto, serve un evento che ci faccia girare questa stagione, serve un qualcosa che ridia la scossa a questo ambiente e che ci ricordi che lo scorso anno, dopo tutto, siamo arrivati secondi e in finale di Europa League.

Forse la storia tra noi e Conte doveva finire, invece sta proseguendo e allora facciamo in modo dia frutti simili o migliori della passata stagione.

Continuiamo ad avere una rosa limitata, continuiamo ad osservare inermi l’idiosincrasia di Conte per Eriksen, giustificata a volte per carità, non sfruttabile manco in casa col Torino come un Nainggolan qualunque, continuiamo a fare la conta dei contagiati in rosa. Tutte difficoltà, vero.

Ma che l’Inter possa essere tremendamente migliore di quella vista finora non ho dubbi.

Però, per favore, basta prendere schiaffoni per esserne consapevoli.