Idea tattica

Stagione 2021/2022

Partiamo dalla prima stagione, quella post scudetto in cui la squadra perde in un colpo solo i tasselli che la rendevano riconoscibile e letale:

– un quinto che aggiunge profondità, corsa e gol
– una punta che ha la sua massima espressione in carriera e aggiunge corsa, fisicità, profondità, assist e gol.

Il gioco era ben codificato con uscite studiate per andare a cercare la corsa di Hakimi, la forza e l’esplosività di Lukaku e la profondità come mezzala di corsa di Barella. La partenza di Hakimi e Lukau inevitabilmente porta a rivedere una parte delle idee per riuscire ad attaccare l’area avversaria diversamente sfruttando però le uscite codificate già conosciute.

Fase di possesso uscita dal basso

Lo staff tecnico decide di partire per forza di cose non restando troppo bassi perché per caratteristiche non abbiamo più la corsa di Lukaku, avendo però il miglior Perisic di carriera e un Dumfiries che si presenta in modo dignitoso. Sfruttiamo le capacità di Bastoni alzandone il raggio d’azione e con una maggior propensione difensiva  di Skriniar attacchiamo sempre diversamente a sinistra rispetto a destra dove è la mezzala (Barella) a dare più profondità di Calha entrato in rosa come mezzala.

Dalla figura si può vedere come Brozovic si muove davanti ai tre centrali per portare fuori zona il pressing, lo scambio corto dato dai triangoli grigi indica come dal basso si esce spesso a sinistra o centralmente svuotando la metà campo dove poi si cercano in verticale Dzeko o Lautaro per ripulire la palla (rettangolo verde). I primi a giocare quella seconda palla sono Calha o  Barella per cercare velocemente Perisic per l’1 vs 1 o dalla parte opposta (se la giocata è di Calha) la profondità di Barella in collaborazione con Dumfires/Darmian (zone rosa). Risalendo velocemente il campo Bastoni aggiunge supporto a Perisic o per uno scarico o con una soprapposizione. L’uscita a destra coinvolge Barella e Darmian/Dumfries e sul lato opposto più che Calha si alza Bastoni sulla linea di Perisic.

In questa tipologia di uscita bassa sullo sviluppo dell’azione Devrj, Skriniar e spesso Brozo restano a dare equilibrio per prevenire le ripartenze avversarie e presidiare la zona centrale.

Fase di possesso in zona alta e transizione negativa

Con squadre chiuse l’idea è di girare palla sfruttando spesso Bastoni o Perisic, triangoli stretti e imbucata nello spazio creato tra lo scambio di posizioni.

Inizialmente la copertura avveniva in questo modo:

Ampiezza con molti uomini in zona di attacco ma la zona grigia rendeva pericolosa ogni singola ripartenza rischiando di trovarci regolarmente “impallinati” in situazioni di due vs due a campo aperto.

Nel corso della stagione si corregge questa fase di transizione negativa cambiando la preventiva con Brozo chiamato a  oprire meglio la zona grigia con un attacco forte, anche con fallo tattico la possibile ripartenza (vedi immagine)

Fase di non possesso e transizioni

La fase di non possesso si basa molto su un’aggressione alta intensa, dove si cerca di chiudere ogni giocata possibile, l’idea è quella di obbligare il portare di palla a eseguire un lancio lungo per poi attaccare quella palla con i centrali.

Su palla coperta il pressing prevede un’aggressione sull’uscita palla che coinvolge anche Brozo che si stacca e aggredisce alto: ognuno aggredisce forte il proprio diretto avversario portando quasi una pressione singola su ogni rispettivo avversario. Il rischio è che se i tempi di uscita non sono corretti la zona centrale rimane scoperta ed essendo molto alti facilmente attaccabili.

Nella fase di aggressione alta Dzeko è quello meno occupato, resta molto in posizione su  uno dei centrali ma senza mai aggredire forte, mentre è Lautaro il deputato a questo tipo di pressione su spostamento palla.

Vedi figura, in zona rossa dove rimane uno spazio che in caso di aggressione fallita diventa altamente pericoloso.

Stagione 2022/2023

La stagione dovrebbe partire con qualche novità visto il ritorno di Lukaku che può aggiungere corsa, e profondità con maggior costanza di Dzeko che per un discorso anagrafico fatica a reggere una stagione intera oltre che un match completo. La possibilità di alternarli anche a gara in corso dovrebbe permettere un cambio importante anche nelle caratteristiche degli interpreti.

Scopriamo invece un aumento importante della qualità con Miky in mezzo al campo specie in Europa e, visto l’infortunio di Brozo,  un’idea diversa di costruzione.

Inizia da lontano l’Inter 2023/24 anche se l’inizio non è stato dei migliori.

Nella prima parte di stagione causa infortunio di Lukaku non abbiamo tempo e modo di cambiare idea tattica e giochiamo sulla falsa riga dell’anno prima ma soprattutto in Champions con l’impiego di Onana iniziamo a costruire a 3 ma uno dei 3 è il portiere (da ricordare questa cosa come step per l’anno successivo).

Aggiungiamo in fase di possesso un paio di situazioni interessanti: rispetto alla costruzione a tre
si aggiunge una modalità di costruzione a due più il portiere e il centrale, sia Devrj o Acerbi, che sale sulla linea di Calha. Dzeko lo troviamo spesso a dare una soluzione esterna in uscita a sinistra o accentrando l’esterno (Dimarco) o permettendo una sovrapposizione, Lautaro si rende utile in una prima giocata spesso centrale o su un taglio spesso a destra e nell’alternarsi per cercare la profondità.

Un esempio nella figura seguente con Onana tra i pali, Devrj è sempre più sostituito da Acerbi.

I triangoli indicano una ipotetica uscita a sinistra o lancio a cercare la profondità.

Con questa modalità siamo più efficaci con Onana rispetto a Handanovic perché la qualità del lancio nello spazio è migliore.

Il neo della stagione fino alla primavera è che abbiamo poche possibilità e poca corsa per attaccare la profondità se non con Barella e Dumfries; questo ci porta a sfiancare Dzeko per creare spazi anche allargandosi per cercare di portare più uomini in zona gol, ma giocando ogni tre giorni diventa difficile reggere l’urto senza una punta che possa aiutare seriamente (Correa non pervenuto).

In primavera grazie ad una ritrovata buona condizione di Lukaku, al recupero di Brozo e alla definitiva scelta di Onana possiamo permetterci di aggiungere modalità di uscita diverse e quindi meno leggibili.

Alterniamo, tra coppa e campionato, due squadre che attuano per caratteristiche due principi di gioco diversi:

– in campionato spesso gioca Lukaku con l’obiettivo di attaccare la profondità in modo diverso, molto diretto nello spazio e spesso sul nostro lato destro;

– in Europa spesso cerchiamo l’uscita esterna su Dzeko oppure entrale su Dzeko o Lautaro.

Inoltre la maggior predisposizione al gioco in campo europeo facilita spesso l’uscita palla e nel caso di lancio di Onana l’attacco alla seconda palla per poi sfruttare gli esterni.

Fase di non possesso e transizioni

In fase di non possesso la squadra adatta il pressing alle caratteristiche dei calciatori: Brozo o Calha aggrediscono spesso alto, Lautaro cerca di chiudere l’uscita palla e Dzeko con sempre maggior frequenza si posiziona a fare schermo; la squadra cerca di veicolare un lancio lungo del portiere e dalla primavera iniziamo a vedere qualcosa di diverso dove una maggior mobilità (anche se non sempre fatta bene) di Lukaku permette di  veicolare le uscite palla più sugli esterni.

Un esempio di uscita di una squadra che gioca a tre davanti è quella esemplificata sotto: abbiamo una disposizione che da marzo in fase di non possesso è un 4-4-2 dove uno dei due braccetti scala esterno e l’altro è pronto ad aggredire forte una eventuale palla coperta in base a come si sviluppa la situazione. Unico che tiene la posizione sulla punta in marcatura e detta i tempi di uscita della linea è Acerbi.

Barella, Dumfries e Darmian a seconda di come l’avversario cerca di uscire esterno, si dividono i contendenti. Esempio di questo modo di stare in campo si ha con il Milan in coppa dove spesso Barella con i tempi giusti e Dumfries a rimorchio vanno ad aggredire Theo sulla prima uscita per evitare ogni spazio di ripartenza su Leao.

L’immagine semplifica l’interpretazione della fase di non possesso con il Milan o obbligandoli a lanciare lungo o quando in uscita esterna ci sia l’attacco di Barella o Dumfires (es. Theo) in base al riposizionamento e una scalatura del resto della squadra. Ricordate questa situazione perché sarà il marchio del 2023/2024.

Nota a margine, Dzeko che a livello di mobilità non è più un ragazzino nel finale di stagione aveva una tenuta di 45’ perché  per quelle gare gli è stato chiesto di dare tanto anche nella fase di non possesso per poter veicolare le uscite sugli esterni. Viene lasciato volutamente libera la zona opposta perché anche un eventuale cambio di campo permetterebbe alla squadra di scivolare per riposizionarsi correttamente. Questo assetto permette di rifiatare senza avere la palla, recuperare energie ed essere sempre coperti aumentando la densità in zona centrale.

Le transizioni sono state gestite sempre allo stesso modo: aggressione forte con almeno due giocatori,  una riconquista e transizione veloce, se fatta nella zona centrale del campo, apertura veloce sugli esterni, molto più spesso a sinistra che a destra per caratteristiche (Dimarco). Una volta non andata a buon fine uno dei braccetti deve aggredire per bloccare l’azione il prima possibile, anche con fallo tattico.

Stagione 2023/2024

Siamo alla stagione appena trascorsa, cambiati alcuni interpreti e acquisite nuove opzioni di cambio è stato aggiunto qualcosa partendo dai concetti della primavera 2023 e sfruttando le caratteristiche dei nuovi.

Thuram arrivato come incognita si dimostra atleticamente e tecnicamente all’altezza e soprattutto dotato di tanta intelligenza calcistica.

Pavard permette di poter avere una opzione in più di uscita palla e una capacità maggiore di recupero a campo aperto visto leve e velocità. Peccato l’infortunio a Bergamo che ne altera un po’ il rendimento nel momento cruciale della stagione (doppia sfida con l’Atletico), upgrade enorme per le due fasi rispetto alla stagioni precedenti.

Fase di possesso

Nell’ultima stagione sono stati messi insieme i due anni precedenti cercando di limare i difetti e aumentare i pregi e nella fase di possesso abbiamo visto una evoluzione significativa della proposta che cambia in funzione e dei calciatori in campo in quel momento e in base a come la squadra avversaria decide di contrapporsi. Rimane un problema piuttosto evidente anche se parzialmente coperto dal miglioramento nel gioco di posizioni, che “per buona pace di tanti non è uno schema”, ovvero attaccare squadre schierate che non ti aggrediscono.

Entriamo nel calcio relazionale, nel gioco di posizioni, nel mix con il calcio posizionale.

La stagione della seconda stella introduce qualcosa di nuovo nella prima fase di costruzione per ovviare ad esempio al pressing uomo su uomo che molte squadre ormai applicano con regolarità. La proposta è quella di costruire a quattro abbassando sempre Barella e Calha e tenendo Miky in zona rimorchio per lo scarico in zona svuotata: lo scambio di posizioni alza la difficoltà di chi aggredisce a tenere punti di riferimento e permette di saltare più facilmente il primo pressing.

Oggi diventa difficile separare pressing (azione di aggressione portata di squadra) da pressione (azione di aggressione portata da un singolo) perché chi aggredisce uomo su uomo di fatto fa entrambe le cose.

NB: frecce verdi cambi di posizione su prima ricezione; frecce rosse smarcamento e giocata a rimorchi; triangoli grigi connessioni dirette di palleggio; cerchio grigio posizione di chi deve contendere una eventuale palla contesa anche alta; zona verde porzione di campo svuotata per semplificare la seconda parte di uscita palla

Nella figura la novità della stagione che è una costruzione diversa sempre con il fine di poter creare una seconda giocata nella zona verde svuotata: a quel punto ogni giocata è una opzione di scelta fatta esclusivamente dal calciatore (chiaramente più qualità c’è migliore sarà la scelta fatta e migliore sarà il risultato finale). La capacità di Barella di evolvere in un giocatore che oggi sa farà ormai tutto, abbassarsi, giocare palla corta, dare profondità, ha permesso di avere questa evoluzione nella prima fase di gioco anche con tanta fatica ricordando la prima fase della stagione dove era meno brillante nelle rifiniture. L’adattamento e l’evoluzione ne hanno fatto un calciatore che oggi può cambiare atteggiamento in funzione dei compagni. La stagione ne ha evidenziato una posizione più da play che da incursore vero e proprio la qualità sulla prima uscita ha permesso di sfruttare la corsa e la profondità di altri compagni. La capacità di dare equilibrio quest’anno ha permesso di subire pochissimo.

Thuram ha permesso di poter alternare le giocate in uscita andando in zona svuotata a ricevere palla per un scarico e ricerca successiva della profondità, nei casi di difficoltà  ricercando direttamente la profondità sfruttando il calcio di Calha. La seconda fase di uscita permette a chi è in possesso palla, Miky, Lautaro , Thuram, Pavard, Darmian o Dimarco di avere più opzioni sulla giocata andando su scelte più conservative, come uno scarico veloce per la ricerca poi del terzo uomo in profondità o esterno, o cercando la giocata diretta sul compagno in corsa. La cosa che abbiamo visto spesso è come i braccetti Pavard e Bastoni accompagnino l’azione a rimorchio andando sempre a dare superiorità numerica e una opzione alternativa alla giocata riempiendo spesso l’area di rigore avversaria. L’idea è quella di obbligare l’avversario a difendere correndo all’indietro e guardando la propria area di rigore.

Lautaro ha alzato il suo livello non solo nei numeri (non sempre unica fonte di giudizio) ma nelle prestazioni, nella capacità di creare gioco , di far rendere il compagno di reparto , di restare sempre nel match anche quando non segna e permettere di avere sempre una opzione di gioco sicura.

Un’altra chiave di gioco è Bastoni che ha sempre permesso una giocata non scontata o in sovrapposizione o per la rifinitura. Giocatore che ha trovato in questi tre anni la sua massima espressione non solo come difensore, anzi, un giocatore completo e utile in più zone del campo.

In copertura restano quasi sempre uno dei due centrocampisti e Acerbi, che una volta chiusa la prima uscita dove la sua collocazione permette di attaccare eventuali palle alte contese, ritrova  la sua posizione naturale. Parlando di relazioni e posizioni per buona parte della stagione con questi interpreti abbiamo visto in fase di possesso tenere le proprie “posizioni” molto spesso solo gli esterni anche se in varie gare ci sono stati i tagli profondi degli esterni sul lato opposto a ricevere una palla in verticale ovviamente preparati in funzione dell’avversario.

Cambia molto il discorso contro squadre schierate che non aggrediscono alto o addirittura aspettano all’interno della propria trequarti. Una delle situazioni che proviamo spesso è la rotazione dei centrocampisti:

Frecce azzurre: possibili opzioni di giocata palla.
Frecce nere: rotazione dei centrocampisti con spostamento in relazione ai compagni per liberare uno spazio o in profondità o centrale.

Nella figura seguente come si trova la squadra dopo la rotazione, quali sono gli spazi attaccabili e dove può arrivare la palla:

Questo è solo un esempio.

In base a chi riceve lo scarico esiste un movimento di ogni singolo giocatore in relazione al compagno a cercare uno spazio libero. Le scelte dei movimenti sono basate da chi fa la prima giocata e la prima scelta per cui potremmo trovare sempre soluzioni diverse con giocatori diversi nelle varie posizioni, esempi di gol segnati da terzo a terzo, da quinto a quinto da terzo a quinto, da mezzala a mezzala, da mezzala a centrale di centrocampo.

Fase di non possesso e transizioni

La fase di non possesso e la fase di transizione ritrova la stessa situazione che abbiamo visto nella primavera del 2023 sfruttando però molto di più la dinamicità di Thuram in coppia con Lautaro; il grande pressing unito alla disposizione spesso a quattro ha permesso di veicolare molto le uscite degli avversari sugli esterni dove il tempo di aggressione sul ricevente da parte delle coppie mezzala e esterno deve essere preciso per evitare una giocata veloce a tagliare fuori il pressing e aprire un varco in zona centrale. In caso di lancio lungo abbiamo sempre pensato positivo con la capacità aerea dei centrali (Acerbi, Pavard, Bastoni).

Volutamente ho riproposto la figura di primavera 2023 perché la situazione vista quest’anno molto spesso, diciamo la più utilizzata, è questa con Pavard al posto di Darmian e Thuram al posto di Dzeko.

Le transizioni non sono cambiate perché spesso per la riconquista della palla attacchiamo in due uno frontale e una delle due punte ripiega immediatamente sul portatore per una riconquista veloce e una transizione positiva altrettanto veloce.

Cosa abbiamo visto, quindi?

Nei tre anni abbiamo visto cambiare molto, prima di tutto parecchi interpreti, alcuni dei quali fondamentali per posizioni e centralità; c’è stato un adattamento tattico e di impostazione basato sulle caratteristiche di ogni interprete “fondamentale”  al fine di metterle a disposizione della squadra sfruttandole al meglio; abbiamo notato una crescita di alcuni calciatori nell’aggiungere/migliorare caratteristiche.

Ho letto da più parti che Inzaghi sia integralista ma direi che ha dimostrato l’opposto perché in tre anni, con giocatori con caratteristiche diverse ha sempre cambiato quello che serviva per farli rendere al meglio, addirittura abbiamo cambiato modalità, letture e impostazioni nella stessa gara in funzione del subentrante. Molti parlano di 3-5-2 ma onestamente a tre o a cinque durante le gare ci siamo sempre trovati pochissime volte, in alcune situazioni in cui siamo stati schiacciati non riuscendo ad alzarci abbiamo assecondato posizionandoci a cinque (davvero poche le volte): il sistema resta un modo per dare ordine alle idee ma nel calcio di “oggi” lo si vede davvero poco in campo.

Considerazioni personali

Personalmente speravo e pensavo in una integrazione diversa di Frattesi, più veloce e più semplice. Il ragazzo ha dimostrato di essere un ottimo subentrante, di saper risolvere con cattiveria partite in bilico sfruttando la sua miglior caratteristica che è quella di saper entrare in zona gol da lontano e avere una scelta di tempo davvero importante negli inserimenti. Quando gioca abbiamo visto sempre un ritorno al passato dove Frattesi si disinteressa quasi completamente della fase di possesso e di palleggio (dove è deficitario) per cercare di sfruttare l’attacco alla profondità aiutato da Thuram assecondando le sue caratteristiche, è chiaro che se vuole fare un passo in avanti per giocare in una top da centrocampista il ragazzo debba migliorare sensibilmente nel giocar la palla ma non è questa la cosa che lo ha rallentato, il problema più grande sono (ora l’ho visto migliorato) i tempi di uscita in pressing nella fase di non possesso, l’abitudine a fare le due fasi in modo completamente diverso al Sassuolo per più anni ne hanno rallentato un po’ l’inserimento.

Poteva giocare di più? Sicuramente, ma il target di dover vincere il campionato ha portato a fidarsi meno viste le difficoltà incontrate e spesso le situazioni subite causa “amnesie”.

Nel momento in cui avrebbe avuto più spazio per poter ruotare anche Miky (periodo ottavi di Champions) ha subito un affaticamento che non ha permesso di poterlo impiegare con più costanza visti i progressi specie in fase di non possesso.

Sarà importante la prossima stagione perchè maggiormente integrato, maggiormente coinvolto e con più esperienza personale considerato che oggi i subentranti devono poter essere utili per far rifiatare un compagno ma devono poter anche cambiare spartito alla gara con le proprie caratteristicheo o  iniziarla  e un calciatore con i suoi tempi di inserimenti me lo tengo stretto.

Carlos Augusto è stato un acquisto molto utile e importante, capace di giocare sia da esterno che da braccetto come alternativa di Bastoni, meno efficace in avanti ma solido dietro. Credo che sia un jolly tipo Darmian che permette di poter cambiare qualcosa durante la gara utilizzando giocatori con caratteristiche diverse anche in altri ruoli e poter essere equilibrati.

Asllani è sempre un punto di domanda, ammetto che lo avrei provato anche da mezzala sgravandolo un po’ dalla difficoltà di dover gestire i tempi di gioco, quel che si nota è che tecnicamente è dotato ma tende a commettere ingenuità non tanto figlie della sua età ma da troppa leggerezza mentale. In campo per evitare di caricarlo troppo in fase di costruzione lo si è visto sempre affiancato da due compagni, è sicuramente in un processo di maturazione che non sappiamo se arriverà a una vera esplosione, sicuramente quest’anno è migliorato e ha lasciato intravedere qualcosa di buono anche quando non ha la palla.

Cosa ci serve ?

L’arrivo di Taremi che da quel che ho letto sembra essere un attaccante molto propenso al gioco e Zielinsky centrocampista di qualità aumentano il tasso tecnico e di possibilità di giocare la palla, Buchanan dovrebbe permettere una variante a piede invertito. A parer mio a noi “oggi” manca una caratteristica che diventa spesso fondamentale, specie in partite difficili, chiuse, l’uno contro uno da “fermo”, quella è l’opzione che non abbiamo nelle scelte; secondo me più che sull’esterno dove arriviamo spesso nella condizione di poter mettere palloni interessanti serve una seconda punta, un trequartista che possa saltare un uomo in qualunque zona del campo oltre la linea di centrocampo, aprire un varco dal nulla senza un giro palla obbligatorio, dobbiamo poter avere opzioni di scelta a difesa avversaria schierata,utilizzabile non per forza da seconda punta e anzi pensando a qualcosa anche per inizio gara sfruttando i centrocampisti a disposizione.

Mi preoccupa la questione centrali, Acerbi in là con gli anni e un’operazione alla parete addominale zona inguinale mi lascia dubbi, De Vrij ha limiti se deve andare forte sull’uomo, ha delle amnesie. Serve un calciatore che sappia stare sull’uomo, forte nel corpo a corpo, che sia una soluzione interna (chi?) o da cercare altrove è una cosa che va pensata, un anno potremmo ancora gestirlo ma non mi lascia tranquillo.

Cosa cambieremo a livello di idee

Credo che la fase di non possesso senza contare le transizioni resterà la stessa, garantisce equilibrio, permette una buona tenuta in tutto l’arco della gara.

La fase di possesso andrà integrata perché bisogna sempre essere meno leggibili, un’idea su cui cercherei di lavorare è quella di introdurre in fase di possesso un “trequartista” (Zielinsky? Un nuovo arrivo con dribbling?) per evitare a Lautaro di non dover creare sempre gioco e aver meno campo da coprire. Una gestione più accorta dei due centrocampisti con l’appoggio di uno dei due braccetti e la ricerca dell’uomo tra le linee (trequartista) potrebbe essere una variante.

Per gli amanti dei numeri (2-3-1-4) una situazione di possesso dopo la prima uscita palla potrebbe essere la seguene , dove Lautaro e Thuram possano entrambi cercare la profondità con meno campo alle spalle, specie per Lautaro che ha caratteristiche di leve e corsa non adatte al lungo potrebbe aiutare molto questa posizione, non secondario un dispendio di energie minore.