Ed eccoci con l’ultima parte del trittico dedicato ai giocatori dell’Eredivisie 2016/17 che mi sono piaciuti di più La buona notizia è che non ne leggerete altri fino al 2019, se gli dei ci terranno in salute e fisicamente integri. Oggi parleremo degli attaccanti, sottolineando come il campionato di quest’anno sia stato davvero molto strano per le punte. I migliori marcatori sono stati giocatori che non sembrano poter accendere alcuna prospettiva nel loro futuro, tranne forse uno. Andiamo subito a parlarne con una ricca

CONTRO-COPERTINA: I NOMI CHE NON TROVERETE

Al posto d’onore due dei maggiori artefici del titolo del Feyenoord: Dirk Kuijt e Eljero Elia. Il primo, 37 anni a luglio, aveva dichiarato nel momento cruciale della stagione, poco prima dell’ultima partita di campionato, che si sarebbe ritirato se i Rotterdammers avessero vinto il titolo. Il Feyenoord aveva perso clamorosamente 3 a 0 il derby contro l’Excelsior alla penultima di campionato, mancando un clamoroso match-point e rimettendo in corsa l’Ajax che aveva perso nel turno precedente la partita chiave contro il PSV. Un peso immane schiacciava le spalle dei giocatori biancorossi prima del fischio d’inizio contro l’Heracles, ma Dirk Kuijt, da grande campione, si è caricato di quel peso e, da vero fuoriclasse, l’ha depositato nella rete avversaria, segnando tutti i tre gol del Feyenoord nella vittoria che ha dato il titolo ai campioni d’Olanda dopo 18 anni. Quella tripletta riassume tutta la stagione, e forse la carriera di un grande giocatore che ha voluto coronare il sogno della sua gioventù: vincere con la maglia del Feyenoord. Ci rimarrà sempre il rimpianto di sapere cosa sarebbe stato degli ultimi 5 anni nerazzurri se l’Inter avesse soddisfatto le richieste di Benitez che l’avrebbe voluto fortemente da noi. Di sicuro, si ritira dal calcio giocato uno dei giocatori d’attacco più completi e versatili, nonché tatticamente fondamentali per qualsiasi allenatore l’abbia avuto a disposizione, che si siano visti negli ultimi vent’anni. Eljero Elia, dopo aver fallito le chance importanti della carriera nei maggiori campionati, è tornato in patria e si è preso a 30 anni una grande soddisfazione, forse l’ultima della carriera, giocando un campionato davvero ad alti livelli. Giocherà nella prossima stagione a Istanbul, sponda Basaksehir.

Gli altri nomi di questa breve rassegna sono attaccanti che hanno trovato tutti la loro miglior stagione, dopo carriere travagliate, a volte deludenti, molto spesso inferiori alle aspettative. Cominciamo da Ricky van Wolfswinkel, 28 anni ed ex grande promessa del calcio olandese. Dopo aver girovagato per mezza Europa (5 squadre diverse in 7 anni), è tornato lì dove era stato lanciato, ad Arnhem, dove con 23 reti stagionali segnate ha portato i gialloneri al quinto posto, ma soprattutto alla vittoria in coppa d’Olanda. La doppietta all’AZ nella finale vinta proprio per 2-0 è stata definita da lui stesso come ”la cosa più bella che mi sia mai capitata nel calcio”. Andrà a Basilea a giocare la coppa dei Campioni, continuando la sua vita da nomade del calcio. Un altro dei nomi “speciali” di questa copertina è Kristiano Samuel Armenteros Nunez Mendoza Jansson, ma forse è più conosciuto semplicemente come Samuel Armenteros. Svedese di origini cubane, 27 anni, anche lui viene da un inizio di carriera nelle file dell’Heracles di Almelo dove sembrava fosse destinato a livelli più alti di quelli dei bianconeri che l’avevano lanciato nell’Eredivisie. Dopo due stagioni deludentissime all’Anderlecht, Armenteros è tornato in Olanda con poca fortuna al Feyenoord ed al Willem II prima di andare a incassare un ingaggio importante in Azerbajan tra le file del Qarabag. Alla fine è tornato ad Almelo e qua, quest’anno, ha segnato i 19 gol che han permesso all’Heracles un campionato tranquillissimo e senza patemi, risultando senz’altro come uno degli attaccanti più interessanti del movimento calcistico svedese. L’ultimo nome è davvero quello più speciale di tutti: si tratta di Reza Goochannejhad. Il centravanti ventinovenne iraniano arrivò in Olanda appena diciottenne all’Heerenveen e da lì poi girovagò nei Paesi Bassi, soprattutto in seconda divisione. Poi l’esperienza in Belgio con un ottimo campionato al Sint-Truiden che gli fece ottenere un ingaggio da parte dello Standard Liegi, dove però ha combinato pochissimo. Charlton Athletic e i petrodollari di alcune squadre medio orientali hanno portato questo punta forte fisicamente e molto rapida in area di rigore di nuovo all’Heerenveen, dove aveva iniziato il suo percorso. E così, in questa stagione, Goochannejhad ha trovato l’annata della carriera con un incredibile (per lui, visto lo storico personale in merito) bottino di 22 reti stagionali, che l’ha aiutato a riprendersi il posto di titolare fisso della nazionale persiana. Un giocatore, quello visto quest’anno, che fa capire che una buona carriera e una pessima a volte sono divise da piccolissimi particolari, perché la punta che ha giocato in questo modo nell’Heerenveen 2016/17 avrebbe meritato una chance in ben altri contesti.

#9 – JAY-ROY GROT

NEC Nijmegen, 1998, Centravanti/Esterno Off. Dx, Olanda (24 presenze stagionali, 6 gol)

Ironia della sorte, per la prima volta (forse in assoluto) l’Eniesee di Nimega ha avuto a disposizione tre ottimi talenti contemporaneamente, tutti provenienti dalle giovanili. Uno l’abbiamo visto tra i centrocampisti, Kadioglu: Jay-Roy Grot è il secondo. Potentissimo fisicamente (dal vivo fa abbastanza impressione, sembra un armadio che corre), ha avuto in una sola stagione un progresso tecnico incredibile. Merito anche del vituperato tecnico tedesco del NEC, Peter Hyballa, che ha cominciato a schierarlo come esterno offensivo, sfruttando la sua potenza atletica. La Fiorentina l’ha appena acquistato, e secondo me per due milioni di euro è una scommessa intelligente, ma la retrocessione dei rossoneroverdi ha complicato i piani, visto che i Viola nell’accordo avevano stabilito che Grot avrebbe dovuto rimanere un’altra stagione a Nimega. Rimane da capire che succederà ora, visto che una stagione in Eerste sembra abbastanza inutile dal punto di vista del progresso del ragazzo.

#8 – ENES ÜNAL

FC Twente, 1997, Punta centrale, Turchia (33 pres. stag., 19 gol, naz. A)

Di proprietà del Manchester City, questo giovane talento è andato in prestito per la terza volta (dopo Genk e NAC Breda), ma quest’anno ha dimostrato tutte le belle cose che tutti dicevano di lui quando il City lo acquistò dal Bursaspor due anni fa per 2 milioni di euro. L’inizio di stagione è stato sfavillante, e se avesse continuato in quel modo probabilmente oggi sarebbe al primo posto della mia personale classifica, e on all’ottavo. Tecnicamente bravissimo, non ha punti deboli se non una preoccupante costanza nell’assentarsi dalla gara per lungi tratti. Ma quando è sul pezzo è di davvero difficile contenimento. Il City ha accettato l’offerta del Villareal e l’ha ceduto per una cifra intorno ai 15 milioni. Sarà molto interessante vederlo nella Liga e capire a che livelli potrà arrivare.

#7 – ALIREZA JAHANBAKHSH

AZ Alkmaar, 1993, Esterno Off. Dx, Iran (43 pres. stag., 12 gol, naz. A)

Arrivato in Olanda nel 2013 grazie al NEC, aveva dimostrato immediatamente di avere dei numeri interessanti nel momento in cui avrebbe potuto abituarsi al calcio europeo. Le due stagioni a Nimega hanno confermato i progressi e l’AZ ha investito sull’iraniano in maniera molto intelligente. Al suo secondo campionato ad Alkmaar, Jahanbakhsh ha dimostrato di poter diventare un giocatore di livello. Molto resistente, capace di battere la fascia in maniera più completa di un puro attaccante, è risultato fondamentale nell’economia di gioco della squadra di van der Brom. Credo che abbia già attirato l’interesse di molte squadre fuori dall’Olanda. Personalmente, ripeto quel che dissi quattro anni fa: è una scommessa calcolata, mi piacerebbe vedere come se la caverebbe in una squadra di medio livello della serie A.

#6 – BERTRAND ISIDORE TRAORÉ

Ajax, 1995, Esterno Off. Dx/Punta centrale, Burkina Faso (39 pres. stag., 13 gol, naz. A)

Peter Bosz aveva già avuto Traoré a disposizione al Vitesse, in prestito dal Chelsea, e il burkinabé lo aveva ripagato con una stagione splendida. Dopo un anno al Chelsea passato prevalentemente in panchina, Traoré è tornato all’Ajax, ancora con Bosz come allenatore, ed è stato senz’altro una delle armi tattiche fondamentali dello spettacolare gioco dei Lanceri. Velocissimo, quasi imprendibile sullo stretto, arriva facilmente in area dove però spesso prende decisioni sbagliate o spara addosso al portiere. La sua percentuale di occasioni create e fallite è incredibilmente alta. Se riesce a migliorare sotto porta, ed ha l’età per avere molte probabilità di riuscirci, questo giocatore diventerà uno degli attaccanti più ricercati sul mercato. Ancora non è chiaro cosa abbia deciso il Chelsea riguardo al futuro della punta africana, di certo lui ha espresso la volontà di rimanere ai Lanceri ancora per una stagione, ma a questo punto non escludo che Bosz lo voglia con sé a Dortmund.

#5 – SAM LARSSON

SC Heerenveen, 1993, Esterno Off. Sx, Svezia (36 pres. stag., 9 gol, naz.A)

Ancora una volta segnalo quest’ala tecnica e veloce, di sicuro rendimento, che avevo già notato al suo primo anno in Olanda tre campionati fa. Da allora non ha fatto altro che migliorare, ma soprattutto mantenere altissima e costante la qualità delle prestazioni. Larsson non solo è una fonte di gioco continua ma è anche un uomo assist (12 in stagione, e di certo uno dei motivi per i quali Goochannejhad ha imbroccato un’annata così buona) e vede la porta con discreta regolarità. Se dovessi paragonarlo a un giocatore del nostro campionato, direi che è un esterno offensivo simile a Perotti della Roma, capace di saltare l’uomo ma più spesso di fungere quasi da regista decentrato. Anche per lui sono abbastanza certo che un palcoscenico più probante sarebbe auspicabile per vedere fin dove può arrivare.

#4 – SEBASTIEN HALLER

FC Utrecht, 1994, Punta centrale, Francia (39 pres. stag., 16 gol, naz. U21)

Il buonissimo campionato dell’Utrecht è da ascriversi ad un eccellente impianto di gioco costruito da Erik ten Hag, e messo in pratica dai molti giocatori di qualità che ha a disposizione (abbiamo parlato nel post precedente del trio di centrocampisti marocchino-olandesi Ayoub-Amrabat-Labyad). Però, colui che ha finalizzato questo lavoro è lui, questo centravanti francese di buone movenze e ottima presenza in area e fuori, attaccante di manovra che però è capace, molto capace di vedere bene la porta. La sua stazza (1.87 x 86 kg.) lo fa apparire poco mobile ma in realtà non è così: anzi, le caratteristiche migliori dell’ex promessa dell’Auxerre sono quelle di creare molti spazi e spostare i difensori centrali che sono costretti a muoversi per andare a prenderlo nei movimenti d’attacco. A soli 22 anni ha segnato 45 gol in 90 partite di Eredivisie, tutte all’Utrecht. Nonostante sia quel tipo di attaccante che non cattura completamente l’occhio, Haller ha molti estimatori e lascerà l’Olanda per accasarsi all’Eintracht di Francoforte per una cifra intorno ai 7 milioni di euro, e per quel che si è visto sinora sembrano spesi benissimo.

#3 – AMIN YOUNES

Ajax, 1993, Esterno Off. Sx, Germania (48 pres. stag., 7 gol, naz. A)

Probabilmente a Monchengladbach si staranno mangiando le mani: non han creduto fino in fondo alle potenzialità di quest’ala velocissima e eccezionalmente tecnica nell’uno contro uno, e l’hanno ceduto due anni fa all’Ajax senza rimpianti. Dopo una prima stagione buona ma non eccezionale, il piccolo tedesco di origine libanese non solo ha ripagato alla grande i Lanceri dell’investimento ma ha anche trovato la soddisfazione dell’esordio nella Bundesmannschaft di Joachim Löw. Soprattutto in Europa League, le sue accelerazioni e la sua capacità di rientrare sul destro per cercare l’assist (7 in stagione) o il tiro  hanno costituito uno dei punti fermi dell’impianto tattico di Bosz all’Ajax. La stagione chiusa in questo modo così appariscente ha attirato l’interesse sull’esterno offensivo anche di molti club italiani. La situazione all’Ajax dopo l’addio di Bosz e l’arrivo di Keizer, attuale allenatore della Primavera dell’Ajax, fa sì che le strategie del club riguardo a molti giocatori siano un po’ incerte. Staremo a vedere se i Lanceri decideranno di incassare l’ennesima eccellente plusvalenza o continueranno a sfruttare le caratteristiche di Younes anche nella prossima stagione, molto rare nel panorama del calcio attuale

#2 – NICOLAI JORGENSEN

Feyenoord, 1991, Punta centrale, Danimarca (41 pres. stag., 25 gol, naz. A)

Ed ecco il capocannoniere dell’Eredivisie 2016/17: con 21 reti (una sola su rigore) il gigante danese del Feyenoord ha sigillato una stagione che per lui, personalmente, ha rappresentato una seconda occasione da non fallire assolutamente, e Jorgensen l’ha colta in pieno. Dopo il sostanziale fallimento dell’esperienza al Bayer Leverkusen ed il suo ritorno a Copenaghen, il Feyenoord rappresentava forse l’ultima chance per rientrare nel giro del calcio che conta. La sua capacità realizzativa sotto porta è stata assolutamente determinante per il conseguimento del titolo così tanto cercato dai Rotterdammers. Forte di testa e di piede, è un po’ carente nell’appoggio e si esprime al suo meglio all’interno dell’area, dove però è molto bravo nell’apertura dei varchi, nel caso del Feyenoord sfruttati meravigliosamente dai vari Elia, Toornstra e Kuijt. L’ariete di Ballerup ha adesso davanti a sé l’occasione di ben figurare anche sul palcoscenico della Champions League, ed è anche per questo che credo rimarrà sicuramente a Rotterdam anche nella prossima stagione.

#1 – KASPER  DOLBERG

Ajax, 1997, Punta centrale, Danimarca (48 pres. stag., 23 gol, naz. A)

All’inizio della stagione, la volontà del nuovo allenatore Bosz di puntare su quell’ottimo centravanti preso dal Silkeborg un anno prima e fatto acclimatare nella Jong Ajax per un anno intero, sembrava a molti un azzardo. In pieno stile Ajax, certo, ma era pur sempre una scommessa un po’ azzardata mettere sulle spalle di un diciottenne il peso e la responsabilità della resa offensiva della squadra, in una stagione che avrebbe dovuto sancire il ritorno alla vittoria dopo i due anni passati ad osservare il PSV sollevare trofei. La squadra, come si sa, non ha vinto, ma Dolberg e l’Ajax hanno entrambi stravinto la scommessa. Questo ragazzo danese ha le stimmate del fuoriclasse predestinato: primo controllo di palla a livelli già assoluti, vede la porta come pochi ed è cattivo come uno stopper. Non fatevi ingannare dall’aspetto baby face tipico dei ragazzi del suo paese: è l’attaccante che commette più falli in assoluto del campionato, ed uno che non si tira indietro, le dà e le prende in silenzio come un centravanti d’altri tempi. Kasper Dolberg rappresenta the next big thing del calcio europeo, e forse mondiale. Ovviamente ha già tutti i top club addosso, ma l’Ajax lo terrà e cercherà di far capire al suo gioiello che non è ora di lasciare lo scrigno. L’unica perplessità che lascia infatti il giovane danese è una certa tenuta mentale: infatti, dal momento in cui si è parlato di lui in termini (giustamente) entusiasti, il suo rendimento è un po’ calato, complice anche un infortunio muscolare che l’ha fermato ai box alla fine di marzo e gli ha fatto perdere smalto e brillantezza. Ma questi sono particolari del contingente, perché è chiaro a tutti quelli che non siano completamente ciechi di calcio che ci troviamo di fronte ad un probabile crack.

La brutta notizia per il calcio olandese è che, come potete vedere da questa lista, non ci sono attaccanti Oranje di livello. Dopo van Persie e Huntelaar, sembra che vi sia un brutto buco generazionale, che i vari van Wolfswinkel e Bas Dost non sembrano in grado di colmare adeguatamente, mentre Janssen e Depay, entrambi ventitreenni, non sembrano ancora a livelli assoluti nonostante le premesse più che ottime. Senz’altro parte della crisi della nazionale olandese passa anche da questo gap.

Ed anche per quest’anno abbiamo finito, noi di CasaInter speriamo che la carrellata vi sia piaciuta. Forza Inter, e arrivederci alla prossima Eredivisie 2017/18.