Una partita riprovevole, non saprei come altro definirla, fin dai suoi prodromi: guardi la formazione e ti viene da piangere con quel centrocampo a uno (Gagliardini non conta e il Biondo di stasera manco) e i centrali tutti messi sul piede sbagliato (chi perché non ne ha manco uno giusto chi perché è destro e messo a sinistra), con i terzini italioti più stupidi e scarsi del decennio e il povero Lukakone solo di fianco a un funambolo che gioca con la nostra maglia solo per passare il tempo. Se poi ti metti a guardare la panchina ti caveresti gli occhi e li daresti in pasto ai cani.

Lo spartito è sempre il solito: giro palla lentissimo, spazi da coprire per i centrocampisti enormi, giocate sugli esterni nella speranza che imbrocchino l’appoggio per uno dei cc che si inserisce o per la punta. Prevedibile al punto che una difesa ordinata a 8 del Parma (che corre il doppio di noi) non ci fa praticamente mai arrivare al tiro. Per fortuna dall’altro lato la giocano tutta sulla gamba dei loro 3 davanti, uno dei quali ci punisce facendosi beffe di tutta la nostra difesa schierata.

È riprovevole vedere la mia squadra fare 100 passaggi per poi non riuscire a tirare in porta e cagarmi sotto ogni volta che un Kucka qualsiasi o uno Scozzarella prendono il pallone. Provo imbarazzo per i giocatori che vestono la nostra maglia e che prendono stipendi che al Parma si sognano ogni notte. Poi a furia di sbagliare gol fatti il karma punisce anche il Parma (sono pure un poeta!).

Imprevedibilmente i cambi di Conte includono Sanchez che da solo praticamente ribalta l’inerzia del match prendendo a calci in culo (purtroppo solo metaforici) quel branco di mezze tacche con cui si trova a giocare. Io gli rinnoverei il prestito solo per l’atteggiamento che ha dimostrato di avere e che è quello che manca agli altri nerazzurri. Che ci dice culo è dimostrato dal fatto che Lautaro dopo aver fatto cagare tutta la partita sbaglia l’ennesimo colpo di testa che finisce proprio in testa a De Vrij (checché ne dica Adani la sua presenza su Cornelius e la sua crescita rispetto all’inizio del campionato post Covid sono l’unica speranza di tenere in piedi tutto); pochi minuti dopo Moses sbaglia tutto e si infila in un cul de sac con cui esce con una piroetta degna di Nureyev proprio sulla testa di Bastoni che non sapeva neanche perché si trovasse in area piccola. Il resto è mestiere che ci permette di portare a casa riprevolissimevolmente 3 punti. Ma sempre 3 punti. Al momento l’unica sconcia cosa che conta.