Non dico fosse lecito aspettarsi una bella gara, ma affrontando una squadra che ha preso 4 pere senza se e senza ma 3 giorni prima, privata di 5 titolari era lecito aspettarsi i 3 punti senza se e senza ma. Certo quando poi leggi che la formazione prevede il triangolo delle Bermuda versione calcistica Borja-Gagliardini-Ranocchia nel punto nevralgico per il gioco dell’Odiato Mister ti chiedi se ci faccia o ci sia.

Infatti neanche il tempo di sedersi al tavolo davanti alla televisione che con Bastoni altissimo, Borja sbaglia l’anticipo, Gagliardini non è in posizione e non riesce a interdire, e Ranocchia esce alla cazzo di cane spalancando la strada per un bel 0-1: a questo punto tutti dovremmo aver capito l’antifona della serata, ma siamo interisti e se non ci ficcano la testa nel trogolo fatichiamo a comprendere.

Così segue un tempo in cui una squadra di merda prende a pallonate una squadra mediocre (saremmo noi eh) fino a che un neroverde non fa la cagata di regalarci un rigore. Lukakone segna e pareggiamo. Improvvisamente giochiamo anche a calcio, dimostrazione che al di là dei limiti tecnici il grosso ostacolo per quelle sottospecie di calciatori che vestono nerazzurro è soprattutto mentale. Grazie a un doppio rimpallo di tibia di uno dei più vituperati della serata (come da tradizione, anche se Biraghi stasera a bestemmiometro è cento leghe indietro a Gagliardini) riusciamo addirittura a ribaltarla.

Uno si aspetterebbe qualche cambiamento nell’intervallo visto il dramma a cui si assiste in termini di qualità, invece niente. Anzi peggio: al posto di far uscire il pensionato che da decine di minuti non ferma nessuno o quella sciagura vivente del centrocampista che marca con le mani, mette Agoumé per un invero spento Biondo (ma vorrei vedere voi a provare a duettare con Gagliardini), oltre a De Vrij per Ranocchia e Lautaro per un Sanchez volitivo ma impalpabile. Tempo zero e il destino punisce l’odiato Mister perché Gagliardini (proprio lui) si trova sui piedi un pallone da appoggiare in rete da mezzo metro per un 3-1 che forse avrebbe chiuso i giochi: spara sulla traversa di rabbia e stupidità, sancendo definitivamente la direzione della gara.

Ma l’odiato Mister non vuole lasciare tutto il merito ai suoi mediocri calciatori così pensa bene di usare gli ultimi due cambi per cambiare entrambi i terzini: Young procura un rigore e mezzo fino a ottenere il pari del Sassuolo, ma per miracolo Candreva riesce a calciare una punizione in porta che all’88esimo ci riporta in vantaggio insperatamente. Lo stesso Candreva però completa l’opera sbagliando il colpo del KO un minuto dopo e sul rovesciamento di fronte regaliamo non solo il corner ma anche il controcross al Sassuolo: sulla traiettoria del tiro ci sarebbe Gagliardini che anziché metterci la gamba e sparare a 100 km la palla, fa una mossa di cumbia consentendo al Sassuolo di pareggiare.

Che dire? Le bestemmie sono finite, gli alibi pure e le vacue speranze alimentate solo dall’ego dell’odiato Mister anche. Io non capisco tutti questi entusiasti di questa cazzo di ItalJnter molto italiana, molto stile vorrei-essere-come-i-gobbi-ma-non-posso. Io ho amato le mie Internazionali senza italiani o quasi in un tempo in cui gli italiani erano molto più forti di quei quattro pisquani che ora vestono l’azzurro, ho amato le mie Inter di cuore che ci credevano sempre e che mi facevano impazzire. Questa banda di mediocri fieri della propria limitatezza mi disgusta e dopo anni mi riporta vicino alla voglia di occupare diversamente il mio tempo. Andassero affanculo.