Una partita che nessuno sa bene perché si giochi ora e non l’8 marzo al posto di quella maledetta partita a Torino, contro una squadra che forse farà 3 punti da qui alla fine del campionato e che dovrebbe concludersi più o meno al fischio finale del primo tempo. I nostri mostri riescono a tenerla viva, forse per dovere contrattuale con le televisioni fino al 94esimo, costringendo il sottoscritto a continuare a pavimentare la sua strada verso l’inferno di bestemmie.

Tutto comincia nel migliore dei modi: il Biondo è veramente in palla e ogni suo tocco fa capire perché la qualità paga. Non spreca un pallone gioca a tutto campo con una naturalezza e una tecnica che non vedevamo da tempo con i nostri colori. Stasera la sua prestazione non è segnata da un gol ma praticamente mette in porta a ripetizione i compagni che spesso sprecano malamente. Lo spartito del gioco dell’odiato mister è prevedibile quanto il mal di testa dopo aver dato una capocciata contro il muro, ma inspiegabilmente i doriani non hanno idea di come fermarlo: eppure sarebbe facile visto che pur di non cambiare schema mette il centrocampista che gioca con le braccia anziché con i piedi (Gagliardini al secolo) a prendere il primo pallone in uscita spalle alla porta per girarsi, smarcarsi e aprire il gioco. Una roba che se la racconto ai miei pronipoti mi internano pensando che io sia afflitto da demenza senile. 

Nonostante questo evidente handicap in partenza i primi 25-35 minuti sono di grandissimo livello e si concludono con solo due gol di vantaggio perché manchiamo il bersaglio con troppa faciloneria. Il primo tempo si conclude senza scossoni, ma con la sensazione che i ciclisti non la potrebbero ribaltare nemmeno con un argano. Invece io mi dimentico sempre due cose importanti: i peggiori nemici di noi stessi siamo noi e nelle gambe abbiamo massimo 55-60 minuti senza alcun cambio decente in panchina. Bene ma non benissimo.

Infatti al 50esimo un’azione pazzesca (l’ennesima) passata dai piedi di Eriksen recapitano un pallone da spingere solo in porta, ma Lukaku è in serata generosa e cicca alla grande la seconda occasione da gol (questa francamente la mettevo dentro pure io). Da lì è come vedere un auto rovesciata su un fianco che finalmente vince l’inerzia e cade… ribaltandosi. Pochi minuti dopo il Professore si perde l’uomo in mezzo all’area e sulla ribattuta Lukaku e Gagliardini non riescono a mettere il gambone davanti al tiro del biondo che ci ha regalato due gol marcando a caso in mezzo all’area: Handa ribatte di piede ma non essendo Consigli o Sportiello quando giocano contro di noi il pallone finisce sul palo interno e poi in rete.

Andiamo parecchio in bambola e l’odiato mister capisce tutto: doppio cambio dei terzini con se possibile abbassamento del tasso tecnico-intellettuale della squadra (!!!), poi fuori l’unico giocatore di calcio in campo (il Biondo) per il nonno che entra praticamente con il treppiede, poi con calma all’82esimo l’alpaca cileno per un dignitoso Lautaro: quest’ultimo cambio è l’unico che ha senso e infatti da quando entra lui smettiamo di soffrire anche quel poco che abbiamo sofferto contro una Doria francamente imbelle.

La domanda sorge spontanea: chi cazzo ha pensato di fare le partite alle 21.45? Più seriamente: ma noi pensiamo di giocare così da qui alla fine dell’anno e di combinare qualcosa? Appena incontriamo qualcuno di lievemente più motivato sono volatili per diabetici (cazzi amari per i non edotti in materia). Bah.