Partita in cui andare a vedere il nostro bluff di quest’anno, in onore della quale abbiamo anche messo in discussione la qualificazione nell’unica competizione alla nostra portata (la Coppa Italia) e il risultato non lascia dubbi sul fatto che il massimo che possiamo fare è sperare di non arrivare all’ultima giornata con la qualificazione ancora in bilico.

Schieriamo sostanzialmente la formazione titolare, salvo il portiere, che per mi fa rimpiangere Handanovic per la sicurezza che dà alla nostra difesa. La partita è molto contratta e la sensazione è che il primo a fare una cagata la paghi cara. Infatti appena lasciamo 2 metri a SMS quello spara un bolide che passa a 10 cm dalla testa del nostro portiere che non si sogna neanche di provare a pararla. Per fortuna prende la traversa, ma già capisco che sarà una serata difficile. Nonostante questo reggiamo abbastanza bene e abbiamo anche qualche occasione, anche se SMS da solo asfalta tutto il nostro centrocampo sfoderando la sua migliore prestazione stagionale (brutto stronzo!).

Inaspettatamente al 44esimo del primo tempo la cagata la fa la Lazio: sbaglia un’apertura, Young recupera palla, partiamo in 6 come forsennati mentre i laziali non recuperano convinti che sciuperemo anche questa occasione. La palla dovrebbe arrivare a Vecino che però è come al solito in ritardo di quel millisecondo e manca l’aggancio, mentre Candreva controlla e spara un bel missile: Strakosha ribatte in mezzo all’area e Young insacca. Mi metto a cantare Forever Young come un demente.

Quando inizia il secondo tempo l’unica cosa che so è che non dobbiamo concedere nulla nei primi 15 minuti: mi bastano però 15 secondi per capire che siamo entrati molli e che lo prenderemo in quel posto. Infatti Padelli fa un’uscita a caso, la palla rimane lì, al posto di rinviarla la passiamo a Immobile che appena sente dietro il testosterone di De Vrij cade come corpo morto cadde. Se non sei l’Inter quel rigore non te lo fischiano mai contro, ma se sei la squadra che ha beneficiato di 14 rigori, manco la SNAI quotava quello che sarebbe successo: Immobile non sbaglia e siamo in parità.

Nonostante la stronzata la squadra non si disunisce, ma stasera Lautaro non vede la porta manco con il binocolo e il giro palla in mezzo è lento come non mai. L’odiato mister temporeggia sperando di portarla a casa così, e invece la prende in quel posto come uno Spalletti qualunque: azione tambureggiante della Lazio che si conclude con un tiro a porta vuota salvato sulla linea da Brozovic, sulla ribattuta anziché spararla via, Barella sbuccia, altri a caso pure e la palla finisce sui piedi del migliore in campo che insacca un microsecondo prima che Lukakone gli togliesse la palla dal piede. Vantaggio Lazio e noi passiamo da Forever Young a Forever Dork. Basta così poco.

L’odiato mister cerca di correre ai ripari con due cambi ma è tardi perché ormai la squadra è stanca e non riesce a reggere il cambio di passo, tanto che rischiamo di prendere anche un terzo fico, vanificato solo dalla stronzaggine di Correa e dall’unica parata in carriera di Padelli. Il forcing finale a 3 minuti dalla fine con Sanchez è patetico e quasi dà i suoi frutti se il Dio del calcio non punisse con estrema puntualità la squadra per cui tifo, negandoci un gol tutto sommato poco meritato, ma che ci avrebbe fatto uscire con un dignitoso pari dall’Olimpico.

Ennesimo esame di maturità fallito, come mercoledì, nell’ennesima settimana maledetta di noi interisti. Per chi come me non ha mai creduto di potersela giocare fino alla fine, soprattutto non punto a punto con i gobbi, poco male, ma resta comunque l’amaro in bocca perché continuare a sognare è bello anche se sai che il sogno finirà. I gobbi invece sono gli unici a godere di questo risultato ed è il principale motivo per cui è contento Inzaghi, che non ci pensa neanche a vincere lo scudo contro la sua futura squadra, e per cui gira il cazzo a me.