Arriviamo al secondo crocevia stagionale per decidere se quest’anno è peggio del precedente ma meglio del prossimo (ricordiamo che il primo è stata la non qualificazione agli ottavi di CL che ha confermato i risultati dell’anno scorso) con la consueta emorragia di giocatori in grado di scendere in campo e di garra.  Per fortuna affrontiamo una squadra indegna di giocare in serie A che fa del cagare il cazzo a noi quasi l’unica ragione per esistere.

Nonostante tutto allo stadio ci sono 50mila infermi che non vedono l’ora di giocare la squadra. L’Odiato Mister incazzato (giustamente aggiungerei) come una vipera per la mancanza di soldini che gli nega quei 2-3 giocatori con cui provarci fino in fondo, decide per la prima volta in vita sua di cambiare modulo, scegliendo di mettere un ottuagenario Sanchez trequartista e dimostrando perché è meglio se gioca con un modulo solo. Un’idea tanto bislacca non sarebbe venuta manco a mio nonno e infatti il povero Alexis che già a causa dell’osteoporosi non riesce a tenere mezzo pallone deve mettere in piazza gli stracci della sua demenza senile guardandosi spaesato intorno.

Lukaku è al lumicino delle energie e Lautaro non pressa come dovrebbe forse per risparmiarsi in vista della gita a Ibiza, mentre in mezzo Vecino non riesce una volta in 45 minuti a fare una sovrapposizione con Cadrega che lo insulta più di me dagli spalti. Barella cerca di metterci una pezza, ma è dura. Nonostante questo alla prima azione degna di questo nome i viola riescono a fare un mega rigore su Lautaro che ovviamente Doveri non fischia, ma la palla rimbalza su Candreva che fa la prima cosa che gli viene in mente (e questo di solito significa che fa una cosa giusta che se pensa troppo i neuroni vanno in corto circuito) e spacca la porta. Gol e partita in discesa.

I primi 15 minuti del secondo tempo sono il nostro momento migliore e sfioriamo il gol con Lautaro, Vecino e Bastoni. Purtroppo però come spesso succede dopo aver sbagliato tre gol, mentre lo stadio inneggia all’imminente ingresso di Eriksen, alla prima mezza azione avversaria subiamo il pareggio, irregolare manco a dirlo, ma con Doveri che si guarda bene dallo spulciare al VAR se ci sia un motivo recondito per annullarlo. Fosse stato un gol nostro ci sarebbe stato un nuovo Concilio di Trento per decidere come fare ad annullarlo.

C’è da dire che la squadra non sbraca anche se produce poche occasioni. Per fortuna dopo una bella azione la palla finisce proprio sul piede di Nick Dinamite che insacca senza pensarci due volte. I restanti minuti più recupero sono sostanzialmente accademia e portiamo a casa la semifinale di Coppa Italia dopo 10 anni, nonché il primo vero risultato migliore rispetto all’anno scorso. Rimane il rammarico di vedere tutti i tifosi sapere da mesi che al 2 gennaio servivano alcuni giocatori per continuare a giocarsela, e constatare che la proprietà pur avendo fatto il secondo acquisto da Inter negli ultimi 12 mesi non abbia manco 5 milioni per comprare un Giroud qualsiasi.