Le serate così un’interista in un anno le conta sulle dita di una mano, perché – si sa – la sofferenza è una cifra distintiva dell’interismo, una conditio sine qua non dell’essere interista. Invece questo freddo martedì sera mi ha ricordato bei tempi andati in cui mi congelavo il culo sui seggiolini del primo anello per vedere gol su punizione deviati in barriera da un complice Tyson Rivas in prestito… Caro MaxiTonno Rivas quanto mi manchi…

Una serata così mi fa diventare felice ma malinconico: un gol al minuto uno, un altro una ventina di minuti dopo, tra i due nessun sussulto di terrore, nessuna ansia, manco le bestemmie verso i nostri paladini dato che non ci sono in campo né il centrocampista inesistente né quello che va contro le leggi della fisica. Sono talmente serafico che anche sul gol annullato sentenzio: il fuorigioco o c’è o non c’è, ma in fondo stasera cosa importa? Osservo trasognato e quasi al di fuori dal mio corpo in una sorta di viaggio astrale nerazzurro interrotto solo dal ritmato richiamo della foresta urbana: Romelu Romelu Romelu, Romelu Romelu Romeluuuuu, Romelu Romelu Romelu, Romelu LU-KA-KU.

Una sola domanda mi rimane alla fine mentre mi avvio verso casa. Porqué? Porqué? Porqué? Non possiamo avere più serate così anche noi interisti? La risposta è dentro di noi (ed è 42). Accontentiamoci e lieti ondeggiamo la mano: arrivederci Casteddu e grazie per tutto il pesce (in omaggio).