Arriviamo alla fine del girone di andata con forse una delle partite più difficili da affrontare per noi insieme a quella contro i gobbi maledetti (d’altronde giochiamo contro conclamati cavalier serventi dei gobbi allenati da un gobbo con la voce di topo gigio), e ci arriviamo per l’ennesima volta con un centrocampo rabberciato e due soli esterni di difesa schierabili (per favore smettiamo di considerare Lazzaro-alzati-e-cammina e trottolino Di Marco alternative reali). Tutti chiedevamo almeno due rincalzi all’altezza il 2 gennaio, ma evidentemente Polifemo e i suoi sodali non vedono lo stesso problema che vediamo noi, magari è questione di prospettiva. Era palese che avremmo sofferto e io ero mentalmente predisposto a una gara di un certo tipo, ma mi sono incazzato lo stesso come una iena.

Invece i primi 30 minuti mi hanno stupito in positivo: pressing giusto, linee strette, verticalizzazione veloce. Infatti tra Lautaro e Lukaku si sono più volte quasi trovati a tu per tu con il portiere bergamasco e addirittura El Toro ci mette la partita in discesa con un bel gol. Peccato che non riusciamo a capitalizzare le altre situazioni che avrebbero potuto trasformarsi in altrettanti gol o quasi gol (clamoroso quello salvato sulla linea da una buona linea difensiva atalantina). Il primo peccato capitale di questa partita io lo vedo lì.

Qualcuno obietterà che aspettarsi qualcosa di più con Brozo unico vero centrocampista in grado di giocare, Sensi al 20% della condizione e il centrocampista che va contro le leggi della fisica e del calcio (leggendarie le sue cavalcate in campo aperto in cui si allarga andando incontro ai terzini anziché tagliarli fuori, o quando controlla la palla con l’esterno destro e la palla magicamente va verso sinistra… Manco lo voglio nominare talmente mi fa incazzare), era lievemente utopistico. È vero, ma la speranza è l’ultima a morire.

In ogni caso siamo una bomba a orologeria al contrario: il conto alla rovescia per noi viene fatto per capire quando schiopperemo, e oggi dal 30-35esimo in poi non abbiamo più visto la biglia e ci siamo limitati al lancio lungo per Lukaku usato come pennellone (che finaccia) sperando di sfangarla. E quasi ce la facevamo pure, nonostante l’odiato Mister ci abbia impiegato circa 15 minuti in più di tutto lo stadio a capire che Sensi era uno zombie: ma Cadrega e Handa combinano una torta che mi fa quasi spaccare la mano contro il seggiolino dello stadio talmente mi girano i coglioni (so che alcuni non ritengono il nostro nuovo capitano responsabile, ma per me le palle in area piccola hanno sempre una percentuale di colpa del portiere).

Il tempo passa e noi continuiamo a subire. D’altronde con una panchina composta da merde secche e 3/4 undicesimi ampiamente sotto gli standard di qualsiasi squadra di serie A non si può pretendere molto. Ma pretendere di non vedere più scendere in campo dei subumani del calibro di Policane, questo sì: in questo l’odiato Mister mi delude meritandosi l’appellativo che gli dedico con tutto il cuore, soprattutto perché Lautaro pure spompo e un po’ in debito di ossigeno è l’unico a creare pericoli, tra cui un auto-lancio alla Garrincha che se diventa gol viene giù tutto lo stadio. Questo nano maledetto gioca tanto per, non gliene frega più un cazzo dell’Inter e non deve mai più vedere il campo in nerazzurro. Piuttosto fai entrare uno dei pulcini, zioladro! Inoltre ormai è chiaro che porta una sfiga orrenda (presente da sostituto in tutte le partite in cui abbiamo perso punti!)

Infatti manco a dirlo entra lui e Rocchi tira fuori il colpo da maestro inventandosi un rigore di sana pianta: Handanovic si ricorda di essere stato “il pararigori” e rimedia alla minchiata fatta sul gol insieme a Cadrega, tenendo in piedi il pareggio. C’è anche tempo per un’ultima palla gol per noi, ma purtroppo capita sui piedi di Borja che anziché tirare con la porta spalancata quando ha la palla sul destro decide di fare sei o sette finte per poi tirare di sinistro. Non mi si dica che alla fine ha tirato bene perché la palla è uscita e tirare bene per me significa centrare la cazzo di porta.

Mi girano le palle a elica per i punti persi, soprattutto con Viola e Roma più che stasera, ma per 46 punti alla fine del girone di andata avrei firmato con il sangue. Averli fatti praticamente con i 5 della zona centrale del 3-5-2 che non sarebbero degni di giocare manco nel campetto sotto casa mia è sostanzialmente un miracolo che comprenderemo solo quando i nostri eroi torneranno a mostrarsi per quello che sono. Siamo a metà del guado e la clessidra scorre impietosa, chi si ferma a capire che cazzo di giro fanno i granelli di sabbia è perduto.

PS: e poi pensate al colpo apoplettico che sarebbe venuto a Topo Gigio se avessimo vinto in una partita così… Impagabile! Tanto per capirsi del rigore e rosso a Lautaro non me ne frega una mazza, a meno che non si parli insieme anche degli altri episodi della partita come il fallo inesistente fischiato a Lautaro lanciato a rete o il rigore totalmente inventato (se la spinta di Bastoni è rigore, figuriamoci quanti rigori a partita si devono dare) per spiegare quanto la classe arbitrale italiana sia scarsa oltre che notoriamente poco limpida e di come l’uso della tecnologia che nei primi mesi di VAR aveva bilanciato molti errori sia stato sabotato per ritornare a una aleatorietà e discrezionalità che permette di rimestare nel torbido.