Partita dentro o fuori per colpa nostra: bastava pareggiare a Dortmund o non pareggiare all’andata con gli avversari odierni e vivremmo tutti più tranquilli, ma siamo l’Inter e se i tifosi della Beneamata non bestemmiano non sono contenti. Partita dentro o fuori a cui arriviamo praticamente senza centrocampisti grazie alla lungimirante costruzione della rosa.

Ovviamente la partita comincia con uno spartito scontato: i cechi che corrono come pazzi e noi che li aspettiamo, cosa che non può lasciare tranquillo nessuno considerato che la nostra diga è costituita per 2/3 da un pensionato e dal cc inesistente protagonista dell’ultimo libro apocrifo della saga calviniana. Nonostante l’arrembante partita dello Slavia segnamo noi con uno strepitoso Lautaro che dopo aver preso la mira spacca la porta dopo un triangolo pazzesco con Lukakone, autore di una partita della Madonna.

I cechi ripartono e ci schiacciano, ma segnamo noi con una palla rubata da El Toro e appoggiata a Lukaku: incredibilmente il VAR richiama l’arbitro per segnalare un rigore abbastanza generoso che in Italia ci hanno spiegato non viene mai rivisto dagli arbitri, ma che invece in Europa sì. Gol annullato, rigore, 1-1 anziché 0-2. Solo l’Inter.

Il primo tempo termina e tutti i nerazzurri vedono gli spettri di tutte quelle partite che rimangono negli annali per le situazioni allucinanti che l’Inter si crea e subisce. Ma il secondo tempo è tutta un’altra storia: lo Slavia finalmente finisce la benzina e noi saliamo in cattedra. E dagli spettri passiamo ai flipper: azione allucinante di Cadrega, cross perfetto, stacco di Lukaku, traversa; contropiede perfetto, appoggio per Brozovic, gran destro al volo, traversa; cagata tra Brozo e Borja praticamente in carrozzina, ceco lanciato a rete, parata di piede assurda di Handanovic. E così via.

Poi ecco la botta di mezzo culo che serviva per non avere l’ennesima Valencia con 100 tiri in porta e 0 gol: rinvio, Lukaku prende posizione, il difensore ceco scivola come un bradipo, Lukaku si invola, salta il portiere e arriva fino sulla linea spaccando la porta. Mancava solo che si abbassasse per segnare di testa così vale tre come si faceva al campetto quando ancora aveva un senso giocare a palla strada. Passano un po’ di minuti, Lukakone difende un pallone – l’ennesimo – e parte verso l’area, alza la testa, trivela perfetta e Lautaro fa un golasso da antologia ormai palesemente unto dal Signore.

C’è ancora tempo per un bellissimo gol di Lukaku in dribbling annullato per fuorigioco di 3mm a centrocampo al 93esimo praticamente in corrispondenza del triplice fischio: forse per il belga vale una regola inversa di quella dell’oratorio per cui ogni tre corner ti prendi un rigore, lui ogni tre gol in Champions gliene convalidano uno. Bene ma non benissimo diciamo.

Abbiamo vinto e contava solo questo stasera, anche se ho rischiato di spaccare praticamente tutto quello che avevo a tiro in casa sulle due traverse, di svegliare tutto il vicinato e coloro che condividono un tetto con il sottoscritto e di farmi ricoverare per l’ulcera. Ma si sa, essere interisti non è per tutti.