Rientriamo dalla solita inutile sosta delle Nazionali senza aver recuperato nessuno. E già questo farebbe già abbastanza girare i coglioni. Passi non voler abolire le nazionali e gli stati nazione, ma manco concentrare le partite di queste inutili compagini in un mese a ridosso dei tornei? Facciamo che è un discorso per un altro giorno. Torniamo dalla sosta, dicevamo, e dobbiamo andare a Torino dove non vinciamo da 7 anni e dove ci attende lui, il profeta delle scuse, il piangina per antonomasia, Walter Mazzarri.

I granata quest’anno fanno abbastanza pietà come solo una squadra di Mazzarri al suo terzo anno, ma di solito contro di noi sfoderano prestazioni poderose al contrario che durante i derby in cui si fanno perculare ogni santo campionato. La partita non comincia sotto i migliori auspici: allerta rossa meteo e nubifragio, con gente che draga il campo dall’acqua usando scopettoni che probabilmente risalgono all’ultimo rave party organizzato all’Asilo Occupato o al Barocchio. Decisamente le migliori condizioni per avvicinarci alla gara dentro fuori che ci attende mercoledì.

La squadra nonostante i suoi limiti è presente mentalmente e da subito proviamo a tenere il boccino del gioco. Quando Belotti si infortuna inizio a pensare che possa dirci culo. In effetti chiudiamo il primo tempo su un comodo 0-2 con due bellissimi gol del Toro e di Mr Elenganza Stefanino. Peccato che la sfiga sia sempre in agguato e proprio sul finire del primo tempo il nostro attuale miglior centrocampista si stocca per fare un cazzo di colpo di tacco inutile. Ringraziamo gentilmente società, dirigenti e tutti per aver allestito una squadra che dovrebbe in teoria competere su tre fronti con solo 3 centrocampisti normodotati. Vedere Borja Valero scaldarsi e fare smorfie come se stesse partorendo è uno spettacolo che non meritiamo.

A onor del vero il pelato pensionato entra bene in partita e fa la sua parte. Il terzo gol di Lukaku chiude i giochi e si tratta solo di far passare mezz’ora, in cui potremmo arrotondare abbondantemente il risultato. Purtroppo le notizie dall’infermeria non sono buone, ma inutile dire che pensare di giocare con gli stessi 11 le cinquanta e rotte partite stagionali è un’idea che sembra demenziale anche per Ausilio e i suoi sodali.

Se le speranze di passare il turno erano già flebili con l’infortunio di Barella possiamo dichiarare chiusa la pratica. Peccato perché con un po’ di culo e un po’ di cervello nei nostri interpreti la pratica poteva essere già chiusa. Invece tutti i tifosi passerano mercoledì colmi di attesa e giovedì incazzati come bisce. Questo significa essere interisti.

PS: non commento neanche la situazione della serissima Serie A che da anni punta a chiudere il discorso campionato a ottobre per “non disturbare”; non lo commento perché per fortuna della mia salute arriveremo ad almeno 10 punti dai gobbi di merda e quindi non dovrò farmi venire un embolo. Certo se la serie A venisse arbitrata da direttori di gara di qualsiasi altra nazionalità per un anno sono quasi certo che il risultato del campionato non sarebbe così scontato. È altrettanto certo che se anche Marelli è costretto ad ammettere che nell’ultima partita c’era un rigore per l’Atalanta e che il gol dei gobbi doveva essere annullato la situazione ha raggiunto un limite di poca credibilità difficilmente recuperabile (eppure il VAR all’inizio aveva dato un barlume di speranza a tutti i non gobbi o aspiranti tali del pianeta calcio italiota). Lo abbiamo già visto tra il 1997 e il 2006. Mi auguro finisca uguale.