È la partita più importante della prima parte di stagione: il suo risultato di fatto determina le nostre chance di continuare il percorso nella massima competizione continentale o di ritornare a calcare solo palcoscenici marginali. È l’ennesimo esame. E purtroppo lo falliamo nel modo più clamoroso. E nel modo che fa più male. Non ero così incazzato da anni.

La partita pronti via si mette in discesa: nonostante la presenza in campo dell’Uomo Invisibile e di Biroccio Biraghi non facciano ben sperare, al quinto minuto Lautaro si inventa un gol da fuoriclasse vero, proseguendo poi con un primo tempo pazzesco coronato dall’apertura che porterà alla marcatura di WCino per il temporaneo 0-2 (unica cosa utile fatta dal centrocampista uruguaiano in 90 minuti e solo perché ciabatta la palla che altrimenti avrebbe spedito come di consueto al terzo anello). Il primo tempo però è meno roseo di quel che racconta il risultato finale: per larghi tratti dei 45 minuti subiamo le folate del Dortmund e solo un Handanovic eccellente, e una buona dose di culo, evitano di vedere la palla finire in fondo alla nostra rete.

I cinque minuti finali a difendere il fortilizio al limite dell’area sono il prodromo del secondo tempo che passiamo a prendere pallonate senza soluzione di continuità. Dal minuto 46 invoco la sostituzione di quel primate inutile con il numero 8 sulla schiena, ma Conte non ci sente, oppure banalmente sa che Sensi non ha più di 15 minuti nelle gambe. Sia come sia è chiaro a chiunque che il filtro a centrocampo ha smesso di funzionare, che loro sono rientrati determinatissimi, e il risultato è che prendiamo due fichi uno dietro l’altro. Solo dopo il secondo gol degli avversari l’odiato mister si decide a cambiare assetto eliminando i tre giocatori in meno che vagano senza costrutto per il campo. Purtroppo ci si mette pure la sfiga e l’Uomo Inutile appena entrato in campo viene spaccato da un tedesco con un intervento che in Italia avrebbe preso 3 rossi, ma in Europa non viene quasi manco sanzionato come fallo. Già Politano fa schifo di suo, figuriamoci con una gamba in meno. Siamo di nuovo in 10.

Era ovvio che avremmo preso il terzo gol e detto addio alla qualificazione agli ottavi in questa serata partita bene ma destinata a finire male, ma subirlo dopo aver preso il secondo da un nostro fallo laterale che diventa assist per il Dortmund è francamente umiliante. Gli ultimi dieci minuti loro rallentano e noi ritorniamo in partita, ma ormai il nostro stato fisico e mentale è troppo compromesso per darci una soddisfazione. E finisce così. Triste solitario e final.

Come già detto in occasione della partita contro il Barça non siamo ancora adeguati a certi livelli, non ce n’è. Appena si alza l’asticella la macchina si inceppa. Anche quando le cose sembrano mettersi al meglio franiamo malamente perché per reggere l’urto dobbiamo girare al 150% per intere partite e questo è umanamente impossibile. Odio tutti, perché quello che ci accade non è solo sfiga: odio la società che pensa che prendere un allenatore che riesce a cavare il 150% da una rosa di gente perlopiù mediocre sia la soluzione alternativa al costruire una squadra fatta di giocatori di livello; odio il nostro allenatore perché lo odio a prescindere; odio i giocatori perché mi illudono sempre e perché è inaccettabile passare da uno 0-2 che significava ottavi sicuri a un 3-2 che significa il contrario in questo modo; odio me stesso perché alla fine ci casco sempre e ci credo, soffrendo come un cane e rischiando di pagarne le spese solo io (i mobili che rompo, le relazioni che strazio, le bestemmie che profondo, ecc.). La verità è che sono incazzato nero e non vedo come un’interista non possa non esserlo.