La formazione iniziale mi lascia perplesso, ma poi penso, giustamente: se Bastoni non può giocare contro il Doria più scarso degli ultimi 20 anni, con in panchina un presuntuoso intellettuale come EDF, quando mai giocherà? E infatti EDF fa l’unica cosa che ha capito mettere in difficoltà l’Inter dell’odiato mister, ovvero uno schieramento a specchio (delle sue brame) con dentro tutti quei giocatori che sembrano svegliarsi dal torpore della loro mediocrità solo quando giocano contro di noi: Ekdal (ricordo autore di una tripletta a San Siro), Quagliarella (capace di segnarci regolarmente da centrocampo), Jankto (all’attivo penso che abbia solo gol contro di noi o quasi); non so perché non abbia messo pure Barreto visto che c’era, ma forse se l’è dimenticato.

Le scelte dell’odiato mister però pagano: alla prima da titolare Alexis ne mette due, una di schiena in un chiaro schema provato in allenamento, l’altra colpendo senza esitare sulla mezza ciabattata di Sensinho. La cosa che stupisce non è il giocatore in sé, ma la reazione degli interisti a uno che non ha bisogno di toccare la palla 10 volte per fare uno stop. Il primo tempo è un monologo nerazzurro con i ciclisti presi a pallonate in ogni dove: se davanti avessimo un centravanti con tiro e cinismo sufficiente anziché il sempreterno promettente Lautaro probabilmente chiuderemmo la prima frazione con punteggio tennistico.

La ripresa non sembra mostrare uno spartito diverso, ma Alexis si dimentica che gioca in nerazzurro e non in bianconero lasciandosi cadere come un puff sgonfio in mezzo all’area e rimediando un giallo per simulazione (con conseguente rosso) al posto del rigore. Specchio specchio delle mie brame ricordati in quale cazzo di reame (sei capitato). Dopo un attimo di smarrimento e un gol di culo della Doria temo il peggio: ma l’Inter di oggi (non oso dire di quest’anno perché è veramente troppo presto) tiene botta, si appoggia ai cambi dell’odiato mister e alla solidità difensiva, e con un colpo di coda (o meglio di punta) si prende il 3-1 firmato Gagliardini (autore di una partita onorevole ancorché lenta come un cammello che sprofonda nelle sabbie mobili).

Da quel momento in poi solo i tifosi abituati a troppi anni di allucinazioni vivono gli ultimi 25 minuti in tensione perché vista con gli occhi di un normale appassionato è palese che il Doria non segnerebbe manco restando in campo altri 180 minuti. Finisce con un’altra vittoria una partita senza storia, lasciandoci in attesa del circo AIA che ci aspetterà domenica al confronto del quale il derby di Rocchi, il match con la Doria di Tagliavento o l’Orsato cieco e furioso di due anni fa sembreranno racconti da educande. Never forget.

GENOA, ITALY – SEPTEMBER 28: Alexis Sanchez of FC Internazionale celebrates after scoring the first goal of his team during the Serie A match between UC Sampdoria and FC Internazionale at Stadio Luigi Ferraris on September 28, 2019 in Genoa, Italy. (Photo by Paolo Rattini/Getty Images)