• CLASSIFICA

42 punti in 20 partite, molto più di quanto avremmo sperato a inizio campionato, terzi con una partita in più rispetto a Lazio e Roma, rispettivamente a -2 e -3 punti.

Se le romane dovessero vincere i recuperi contro Udinese e Samp, quindi, saremmo potenzialmente quarti a pari merito con Di Francesco: comunque in piena lotta per l’obiettivo stagionale, quello di rientrare in Champions League.

Finora, quindi, una stagione positiva. E al rientro dalla pausa c’è lo scontro diretto con la Roma…

  • FORMA FISICA

Qui la prima nota dolente: da dopo la partita contro la Juventus l’Inter è entrata in un tunnel fatto di poca lucidità. Restiamo pur sempre la seconda squadra con più km percorsi in A (dopo la Fiorentina e prima dell’Udinese) ma a mancarci è soprattutto la brillantezza: siamo la società che ha coinvolto il minor numero di calciatori in rosa in queste prime 20 giornate (19).

Nessuno come noi: per esempio la SPAL, penultima in questa classifica, ne ha coinvolti 21. Lazio e Roma, nostre dirette competitor, 23.

A livello di minuti giocati, la nostra situazione è la seguente per i primi 5 giocatori coinvolti della nostra rosa.

Per fare un veloce confronto con le altre prime squadre in classifica:

  • i giocatori più coinvolti del Napoli sono Koulibaly (1800’), Reina (1797’) e Mertens (1796’);
  • per la Juve sono Higuain (1696’), Chiellini (1437’) e Mandzukic (1435’);
  • per la Lazio sono Strakosha (1805’), Parolo (1709’), Luis Alberto (1671’);
  • per la Roma sono Alisson (1803’), Dzeko (1717’), Kolarov (1672’).

Ovvio, sono squadre costruite per giocare due competizioni, ma la stanchezza non guarda mica in faccia a queste dinamiche: in pratica il nostro quinto giocatore più impegnato (Borja Valero, anni 32) ha giocato in A meno solo di Koulibaly, Reina, Mertens, Strakosha e Alisson quindi poco meno di 3 portieri e 2 giocatori di movimento (tra l’altro del Napoli allenato da Sarri, tecnico un po’ allergico al turnover).

Rosa corta e giocatori arrivati spompi al primo giro di boa. Speriamo che la pausa li ricarichi altrimenti la vedo grigia.

  • LA TESTA

La cosa che più mi ha stupito è aver ascoltato (e poi visto anche in campo) dalla voce del nostro mister che la squadra è un po’ sfiduciata: la mia prima domanda è stata, ma da cosa? Il declino è iniziato con la partita di Coppa Italia col Pordenone, poi il secondo tempo di Inter Udinese ha certificato le nostre difficoltà del momento confermatesi anche a Reggio Emilia.

Ma, di grazia, per cosa i nostri prodi cavalieri erano demoralizzati? Per i rigori col Pordenone?

E allora tornano in mente tutti i fantasmi delle scorse stagioni quando, puntualmente dopo i primi scricchiolii, la squadra si è sempre rialzata con una certa difficoltà e soprattutto dopo troppo tempo. Se non è questione fisica (mister dixit ma guardando i dati di prima stento a crederci) allora cos’è? Manca personalità, i caratteri vincenti in questa squadra mancano da anni e continuano a mancare anche in questa stagione.

  • IL MERCATO

Il mercato estivo funzionale ci ha lasciato in questo momento, con gli infortuni di Miranda e D’Ambrosio e con Ranocchia che non si sente tanto bene (semicit), con il solo Skriniar al 100% (che Dio lo preservi) e i vari Santon – Gagliardini pronti a fare da sparring partner come centrali di difesa.

Non mi aspetto granché da questo mercato di Gennaio, tanto che si parla del solo Bastoni, primavera dell’Atalanta, come “rinforzo” difensivo e l’elemosina di alcuni prestiti in giro per l’Europa, ma restano intonse le necessità di rimpolpare i vari reparti con almeno un elemento (difesa, centrocampo, attacco), iniziativa propedeutica a raggiungere quel maledetto quarto posto utile per tornare, dopo 6 anni, nella massima competizione europea.

Credo l’obiettivo per questi primi 5 mesi del 2018 dovrà essere esclusivamente questo, in estate poi si verificheranno le condizioni in cui l’Inter è costretta a lavorare, tra FFP e alcune cose che evidentemente in Cina sono accadute e che meriteranno un’analisi ben più approfondita di questa, con a corollario una seria riflessione sul ruolo di Suning come proprietaria dell’Inter nel caso in cui tutte quelle condizioni dovessero continuare a persistere.