Nuova rubrica a cadenza casuale che ci aggiornerà sulla stagione delle ragazze dell’Inter Women.
Piccolo disclaimer: so che a tanti gentili utenti l’argomento non interesserà particolarmente…
Da una parte prego loro di non commentare in maniera becera.
Dall’altra prego chi dovesse arrivare sul blog interessato all’articolo di non dare troppo peso ai commenti. Questa è una comunità di gente che si conosce ormai da quasi 20 anni e che, iniziando dall’Inter, spazia su tutto lo scibile umano spesso con toni un po’ “goliardici”… ma non ci dovete prendere troppo sul serio.
Un grande ringraziamento della Redazione alla nostra amica di vecchia data Fede10 che curerà la rubrica.
(* F sta per Fede, cosa avevate capito?)
Sabato 31 agosto è ripartita la stagione delle Women con una rotonda vittoria con la Samp, un tranquillo 5-0 rifilato a un’avversaria che appare ancora in difficoltà. Tuttavia si sono già visti degli ottimi spunti positivi rispetto a quanto successo nella scorsa, faticosissima, stagione. Riavvolgiamo il nastro e partiamo proprio da lì.
UN PASSO INDIETRO: STAGIONE 2023/24
La stagione 2023/24 delle Women è stata molto deludente. Sulla carta si partiva ad armi pari con la Fiorentina per la lotta al terzo posto, che dallo scorso anno significa qualificazione al primo turno della contorta formula dei preliminari della Women’s Champions League. La realtà è stata molto diversa. Rita Guarino nella sua terza e ultima stagione all’Inter non è mai riuscita a dare un contributo al miglioramento della squadra, come se tutta la sua voglia di fare fosse finita mesi prima. Problemi seri in difesa fin dalla prima partita, con portiere e centrali dai piedi non esattamente raffinati obbligati a passarsi e ripassarsi la palla rasoterra nella propria trequarti fin quando le avversarie in pressing non ripartono in contropiede tagliandoci a fette. Il centrocampo non funziona. In attacco si fa una fatica bestiale a segnare e per ogni gol segnato si contano tra i 45 e i 72 tiri spediti in bocca al portiere avversario. L’unica fonte di luce costante è Michela Cambiaghi, giocatrice di 27 anni arrivata all’Inter in punta di piedi, forse nello scetticismo generale (il mio di sicuro) dopo una carriera trascorsa in provincia, diventata da subito pilastro e anima della squadra.
Una stagione di fatto già finita a dicembre con la sconfitta per 4-2 al Viola Park che ci porta a 13 punti dal terzo posto con la pietra tombale del grave infortunio di Ghoutia Karchouni, giocatrice fondamentale per le proprie doti di fantasia e di costruzione di gioco. Ci auguriamo di rivederla in campo nei prossimi mesi con il nuovissimo numero 10 ereditato da Tatiana Bonetti.
In quella fredda sera di dicembre a Firenze, mentre proviamo l’angoscia per un’altra stagione buttata via, non abbiamo ancora, e come potremmo mai averla?, la minima idea di ciò che si sta cucinando nelle più segrete stanze e che si manifesterà in pubblico di lì a poche settimane: l’arrivo fantascientifico di Lina Magull dal Bayern Monaco, centrocampista offensivo tra i migliori al mondo. Uno sconvolgimento inimmaginabile in quel gennaio fin lì triste e solitario. Come già fatto da un alieno brasiliano nell’estate del 1997, una fuoriclasse di Dortmund nel gennaio 2024 decide di scrivere il nome dell’Inter sull’atlante del calcio femminile. Non ci è ancora dato sapere quali astri si siano allineati e quali enti sovrannaturali siano intervenuti per far sì che un tale evento potesse verificarsi, ma noi siamo come il calabrone che non ha la struttura per volare ma non lo sa e vola lo stesso, quindi ci limitiamo a sorridere come ebeti ogni volta che ci ricordiamo che Lina Magull indossa la maglia numero 23 dell’Inter.
In attesa del transfer Lina si siede sui gelidi gradoni dell’Arena Civica con noi tifosi e con la nostra immensa ex Stefanie van der Gragt per assistere alla raccapricciante sconfitta con il Sassuolo, allenato da quel Gianpiero Piovani che dopo qualche mese diventerà il nostro nuovo allenatore. Il peggior pomeriggio della stagione, il punto più basso raggiunto dalla guida tecnica di Rita Guarino, ormai evidentemente svuotata di ogni possibile motivazione. La faccia pietrificata di van der Gragt a fine partita resta scolpita nei miei ricordi, come il gelo esteriore e interiore provato di fronte a quello spettacolo per cuori forti. Sei giorni dopo, il 20 gennaio, l’Inter in parte rivitalizzata dalla presenza in campo di Lina produce una vittoria del tutto inaspettata con la Roma campione d’Italia e ben avviata verso il secondo scudetto consecutivo. Sembra la svolta mentale necessaria per ridare un senso alla stagione, ma così non sarà. L’Inter produrrà alcune bellissime prestazioni, non sempre premiate dalla vittoria (ma anche sconfitte sconcertanti come nel derby al Vismara), ma è troppo tardi per competere per l’obiettivo iniziale. La Fiorentina raggiunge matematicamente il terzo posto con un pari proprio contro l’Inter in un piovoso pomeriggio all’Arena e, con la sconfitta contro il solito Sassuolo sempre all’Arena all’ultima giornata, il campionato si conclude con un mesto quinto posto mentre il Sassuolo festeggia sul nostro terreno un quarto posto enorme per le proprie potenzialità. A questo punto ci si limita a essere timidamente speranzosi per l’evidente programmazione per la stagione successiva iniziata già a gennaio, oltre che con Lina Magull, anche con gli arrivi di Anna Serturini in rotta con la Roma e della giovanissima bosniaca Marija Milinkovic, atterrata a Milano senza sapere una parola di italiano e forse neanche di inglese e diventata titolare inamovibile all’istante.
ESTATE 2024
L’estate 2024 albeggia con il triste distacco da Agnese Bonfantini, arrivata in prestito dalla Juve nel mio totale scetticismo, visto che non aveva fin lì mai mantenuto ciò che prometteva da giovanissima. Dopo un inizio balbettante, nel corso della stagione via via cresce fino a diventare beniamina di ogni tifoso, me compresa. L’Inter manifesta l’intenzione di riscattarla, ma la Juve si mette di traverso provando a farsi dare in cambio (a prezzo un tantino di favore, ndr) Matilde Pavan, ventenne centrocampista offensivo dal talento sconfinato di rientro da un grave infortunio al ginocchio. L’Inter rifiuta questo trappolone e la Juve esercita il controriscatto per puntiglio nonostante non creda nella giocatrice, mandandola poi alla Fiorentina sempre in prestito. Salutiamo quindi Agnese con grande mestizia nel cuore e anche con i maroni discretamente girati. Non dimenticheremo mai i suoi gol alla Roma e io non cederò mai più così a un sentimento d’amore nei confronti di una giocatrice in prestito che mi procura scetticismo, I’m gonna harden my heart, I’m gonna swallow my tears.
Cominciamo comunque molto bene il mercato per la nuova stagione annunciando Tessa Wullaert, forte punta belga di livello europeo. In seguito congediamo Rita Guarino per far posto a Gianpiero Piovani, ex fantasista del Piacenza e oggi grande certezza da allenatore nel calcio femminile, vero artigiano che fa giocare bene le proprie squadre, migliora ogni giovane e trae il meglio da vecchie glorie e da giocatrici improbabili.
Le giocatrici fondamentali in scadenza, su tutte la centrale neozelandese Katie Bowen, firmano il rinnovo del contratto. Lina Magull sembra ancora inspiegabilmente felice di giocare per l’Inter mentre noi continuiamo a sorridere come ebeti. Arrivano giocatrici importanti come Ivana Andrés, che da capitana ha alzato la coppa del mondo con la Spagna, ma anche giovani dal grande potenziale come la belga Marie Detruyer. In attacco si aggiunge la fantasista svedese Loreta Kullashi. Nei giorni scorsi si è anche registrato il fondamentale rinnovo di Elisa Polli. Dietro sono arrivate l’esperta Elisa Bartoli e le ventenni Hillary Diaz e Jasmin Mansaray. In porta, in prestito dal Bayern, c’è la giovane islandese Cecilia Runarsdottir per tutelarsi nel caso in cui Francesca Durante, miglior portiere italiano, continui a essere bersagliata senza pietà da ogni genere di infortunio.
2024/25: OBIETTIVI E ASPETTATIVE
Cosa aspettarsi e cosa chiedere dunque alle Women nel corso della sesta stagione in Serie A? La squadra lo scorso anno di sicuro aveva una rosa e un potenziale ben superiori rispetto al grigio risultato finale. Quali erano i problemi? Una guida tecnica molto demotivata, la mancanza di un centrale con i piedi buoni che potesse affiancare Bowen nell’ostinata ricerca di una costruzione dal basso che non potevamo permetterci (e qui si torna alla guida tecnica demotivata), la grande fatica nel costruire azioni offensive corali e davvero pericolose (guida tecnica, toc toc!). Lina Magull e Marija Milinkovic a gennaio hanno ovviato alla carenza di un centrocampista creativo e di uno di ragionamento. L’arrivo di Ivana potrebbe risolvere la questione dei piedi buoni dietro mentre si spera che Tessa Wullaert possa essere il killer che ci è mancato davanti.
Non ci si può più nascondere, l’obiettivo deve essere il terzo posto che porta a giocare la Champions League. È fondamentale iniziare a respirare l’aria di piani più alti e accumulare punteggio nel ranking UEFA. Cosa serve? Quella continuità di rendimento nell’intera stagione che finora non abbiamo mai avuto. Per questo bisogna fare finalmente un salto in avanti nella mentalità e nel gioco. La prima giornata, anche se contro un’avversaria ancora molto indietro, lascia ben sperare, ma guai a lasciarsi prendere da un ottimismo prematuro. C’è ancora molto da migliorare, ma ho motivo di credere che, forse, stavolta non si butterà di nuovo la stagione prima di dicembre.