Sulla carta è una partita senza storia. E anche sul campo. Non finisce al 30esimo solo perché decidiamo di sprecare una quantità di occasioni francamente imbarazzante. E il tabellino finale sembra una citazione dalla Bibbia: Romelu 23:3 “Perché il Genoa contro di noi non avrà manco lo straccio di un’occasione e piangeranno lacrime neanche troppo salate dal primo minuto”.
Detto fatto il profeta insacca al minuto uno dileggiando centrocampo e difesa avversaria. E la partita finirebbe dopo 15 minuti se Lautaro non scivolasse prima da solo e poi mancasse il tocco da 50 cm dopo uno stop di scroto, oppure se Darmian centrasse la porta dopo uno scambio da manuale sulla sua fascia, oppure se Barella non prendesse la traversa, oppure se Lukaku non venisse murato da Zapata e Perin svariate volte.
L’ansia provata dagli interisti tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo tempo è tutta farina del nostro sacco, perché a un osservatore neutro la partita è un chiaro No match che andrebbe archiviato gettando una spugna in mezzo al campo molto prima dei 90 minuti. Invece ci tocca aspettare il 70esimo dopo altri svariati miracoli di Perin su Perisic, Lukaku e Lautaro, per vedere il secondo gol: Lukaku fa di nuovo tutt da solo, ma anziché tirare la mette di giustezza a Darmian che stocca senza sbagliare (stavolta). Il terzo gol arriva poco dopo nonostante la parata miracolosa di Perin in solita versione Jaschin contro di noi che viene ribattuta in rete dal Viejo (io ero convinto fosse in fuorigioco di partenza Lukakone, soprattutto perché Alexis aveva centrato la porta). Per non smentirsi il cileno riesce a mancare un gol praticamente fatto sparandola sul portiere poco dopo.
Per fortuna in una giornata così c’è poco da criticare e molto da divertirsi, e mi tocca segnarla sul calendario perché di solito per noi interisti è sempre una cazzo di sofferenza. Thank you Romelu, thank you Inter!