Arriva… Arriva… Arriva… Eccola la porta che si chiude proprio mentre passa il treno… Eccola, no, fermo, aspetta, SDENG.

Di solito finiva sempre così. E invece per una volta è miracolo a Milano, centriamo in pieno il momento giusto per salire sul treno delle sconfitte delle merde e dei gobbi, roba da segnare la data con il circoletto rosso su tutti i calendari per i prossimi e gli scorsi 10 anni.

Devo essere onesto e dire che arrivo alla partita con sensazioni positive, ma questo non ha impedito alla Beneamata nel recente passato di deludermi. La partita comincia con la Lazio abbastanza garrula, ma i nostri mi sembrano sul pezzo, tranne Skriniar che mi pare avere un po’ la gamba moscia (mi smentirà clamorosamente con un’ottima partita e in particolare con un intervento olimpico su Correa lanciato a rete al 35esimo). Non ci sono grandi occasioni fino a che Lukaku inventa un filtrante perfetto per Lautaro che probabilmente si allunga troppo il pallone ma viene steso da un fesso biancoceleste a caso: dal dischetto Big Rom non freme e insacca spiazzando il portiere. E uno, partita in discesa.

Ma la Lazio non arretra e cerca di infilarci più volte in verticale: i nostri difendono bene ma lasciano un paio di volte lo spazio per il tiro ai lazieli. Handanovic incredibilmente si tuffa per ben due volte, superando il record per questa stagione di qualche partita fa. Per non farsi mancare nulla Fabbri nervoso perché non ha potuto rivedere al VAR il rigore netto si inventa una ammonizione per Lukaku che per fortuna non era diffidato. Noi come al solito produciamo diverse palle da gol nitide, ma sbagliamo sempre di 50 cm il passaggio finale vanificandole. Fino a che Lautaro incespica, i laziali in panico toccano il pallone appoggiandolo in mezzo all’area  per Lukakone che insacca di giustezza. E due. Quasi, perché Fabbri cerca di annullarlo per fuori gioco, poi si ricorda che deve verificarlo il VAR che convalida, ahimé (per lui).

La Lazio dimostra di essere in un buon momento di forma, e a me resta la sensazione che hanno già sculato abbastanza all’andata, ma non voglio sbilanciarmi. I nostri spannoleggiano un po’ sbagliando ottuordicimila rinvii e un gol incredibile con Hakimi (stasera molto frenetico e poco lucido). Il gol è nell’aria e ovviamente le mie aspettative negative non vengono tradite: regaliamo un gol (meritato) alla Lazio e riapriamo la partita totalmente a caso. Ma per fortuna c’è lui, Romelone: non faccio in tempo a dire “pensaci tu” che Big Rom prende palla servito da Brozo in campo aperto, deride di forza Parolo lanciandolo via mentre tenta di aggrapparsi alla sua schiena e arrivato in area serve la boccia sulla linea di porta dove Lautaro non può sbagliare neanche se fosse Gagliardini. E tre, partita chiusa.

Sul 3-1 solo noi interisti soffriamo i restanti 25 minuti e solo noi interisti possiamo vedere i nostri giocatori sprecare almeno un paio di gol quasi fatti (Lautaro tira benissimo ma adosso al centimetro quadrato dove passa Barella; Lukakone fa tutto da solo ma poi egoisticamente tira anziché appoggiare in mezzo per un tapin facile facile di Lautaro; Sanchez anziché servire uno a scelta tra Perisic, Gagliardini e Lukaku cerca il dribbling contro 4 avversari perdendo miseramente il pallone), ma tutto è bene quel che finisce bene, il miracolo milanese è compiuto e il messia odierno è un omone intelligentissimo e generoso di nome Romelu. Essendo San Valentino è facile capire a chi viene dedicato l’amore dei tifosi nerazzurri in una serata così, non c’è manco bisogno di dirlo. Romelone, come here big bro, we love you so much!!