A bocce ferme temevo una goleada con noi che non tiriamo mai in porta. Invece la partita se fossimo una squadra normale finirebbe in un pareggio se non in una vittoria sul velluto, mentre riusciamo nell’impresa di resuscitare una Juventus a confronto della quale il Benevento gioca un calcio spumeggiante.

La partita si mette subito bene con l’ottuagenario Buffon che riesce a far segnare anche Miccia Corta (che gliela aveva sparata addosso, ma talmente addosso che l’anziano non è riuscito a piegarsi in tempo): i gobbi non reagiscono e anche se non abbiamo chiare occasioni siamo in pieno controllo della partita, disciplinati e ben organizzati. Il nostro tallone d’Achille, la nostra zavorra, che ci sarà costata almeno una decina di punti quest’anno, sono però gli errori individuali.

E anche stasera ne è la conferma: su un’azione innocuoa Not So Young si abbarbica su quella merda di Cuadrado (e almeno lo avesse azzoppato per sempre): sceneggiata di mezza squadra gobba e Calvarese che non vedeva l’ora di andare al VAR per rivedere l’azione e assegnare il rigore. Pareggio regalato, ma nulla sarebbe perso. Se non che pochi minuti dopo riusciamo in una torta di quelle mitologiche: ennesimo retropassaggio tra centrali un po’ fuori misura, Handanovic che non esce mai neanche nell’area piccola va a fare una passeggiata per salutare i piccioni che abitano sul prato di San Siro (presumo, dato che altrimenti non si capisce che cazzo ci facesse lì) e Bastoni che non ha fatto scuola calcio negli anni 80 anziché sparare via la palla prova a giocarla regalandola al giocatore più tecnico tra gli avversari. La beffa è che CR7 la sbaglia ciabattandola, ma per farci capire come andrà la serata la palla rimbalza sul palo ed entra. Sono pressoché certo che se fosse stata una nostra palla gol sarebbe uscita lemme lemme.

Un po’ ci squagliamo, ma reggiamo fino alla fine del primo tempo e rientriamo belli garruli. Peccato che abbiamo una coppia di punte che non segnerebbe manco con le mani, e infatti Sanchez per ben due volte davanti alla porta (di cui una senza portiere) riesce a non infilare la palla in fondo al sacco. Oltre a lui riescono a sbagliare lo sbagliabile Darmian (che perdoniamo perché è un terzino), Eriksen, Brozovic, e un po’ tutti, ma nonostante questo perdiamo una partita in cui gli avversari hanno fatto meno tiri in porta che gol (tipo con la Samp).

Siamo una squadra che porta sulla schiena tonnellate di errori indviduali che ci hanno fatto lasciare punti e vittorie sul campo in più di un’occasione e che sconta la mancanza di qualcun altro che la butti dentro con regolarità là davanti. Per colpa del secondo tempo di Sanchez se ci fossero ancora i parterre mi avrebbero arrestato per la quantità di insulti che ho riversato contro El Viejo che non è riuscito non solo a tenere una palla una, ma nell’impresa di far sembrare un pensionando un eroe del cazzo. Purtroppo la nostra avventura in Coppa Italia finisce qui, perché a Torino non vinceremo mai con due gol di scarto. Il pareggio sarebbe stato già ingiusto, ma chi è causa del suo mal pianga quelle merde che ha in squadra che non segnano.