Che fosse una partita come pane raffermo, duro e immangiabile, lo sapevamo prima del fischio di inizio, se poi la FC INPS “Anni Nerazzurri” ci mette del suo, un pomeriggio di merda è bello che servito.E dire che la Samp ci aveva messo del suo con una partita molto meno coperta e catenacciara di quanto mi aspettassi, ma a farci male da soli siamo specialisti unici.

Per poco più di 10 minuti ci avevo creduto e quando il VAR ci assegna miracolosamente un rigore che nessuno aveva visto spero per un istante che tutto si risolva per il meglio. Ma è questo breve barlume di speranza, quasi quantistico, che mi fotte, perché sul dischetto va il più ottuagenario degli ottuagenari arruolati nella nostra squadra secondo il credo tutto da dimostrare che “gallina esperta fa buon brodo” (mentre è dimostrato che finanziariamente ed economicamente sono latte cagliato): d’altronde come non designare come rigorista uno che ha la stessa percentuale di realizzazione che ho io sui rigori?

Il resto è accademia pura: la velocità con cui la squadra si squaglia dopo il rigore fallito è un manifesto del senzapallismo e della scarsezza sportiva che ci affliggono da troppi anni. E il gol di entrambi gli ex schierati in campo dallo scaramantico Fettina non era manco quotato: certo Keita “Bellimbusto” Baldé si approfitta di un povero vecchio che ormai non parerebbe più neanche i tiri di un bambino di 2 anni, come testimoniato dalla scena patetica e goffa che offre il nostro Capitanissimo Cranky Samir sulla ciabattata della punta doriana.

Ma tutto questo non è abbastanza, perché se avessimo degli attaccanti capaci di centrare la porta almeno un paio delle 20 occasioni create (alcune francamente clamorose tipo il colpo di testa di Sanchez da 2 metri fuori di 15 che mi ha ricordato giusto giusto un famoso derby in cui Eder si consacrò l’attaccante più di merda ad aver vestito il nerazzurro) finirebbe anche questa partita tanto a poco. Purtroppo così non è (grazie area tecnica capace di scovare profili giusti e di farci giocare due anni con solo due punte per 50 partite) e il conto è sempre salato.

Sarà certamente un caso se gli unici con un rendimento sufficiente nella partita sul campo di patate di Marassi sono gli under 30 ad eccezione di Miccia Corta Martinez e di Gagliardini che abbiamo ingaggiato evidentemente per fari pari e patta con la legge 104. Ovviamente il primo premio dell’osteoporosi va al Viejo Maravilla che ormai gira per il campo con un deambulatore e non vede la porta neanche se il portiere va a fumarsi una stizza sulla bandierina del corner: il suo rigore è una loffia che se puzzasse ammazzerebbe più o meno mezza Genova. L’unica cosa che sa fare in tandem con il suo amico Miccia Corta sono i tocchetti di esterno per (non) liberarsi dell’avversario, i colpetti di tacco (io fossi l’allenatore di un giocatore che sul 2-0 per gli altri fa i colpi di tacco come Lautaro lo sostituisco e poi gli passo sopra con il pullman della squadra) e altre facezie da foca ammaestrata che mi ricordano terribilmente il compianto Foquinha Kerlon.

Ma come dimenticare tra i premi speciali della giuria INPS Ashley “not so” Young che ha l’unico merito di arrivare primo sulla ribattuta del rigore per spararla contro l’incrocio dei pali da 50 cm e poi farsi sbertucciare tutta la partita dal diretto avversario? Oppure “King” Arturo Vidal soprannome che gli hanno dato evidentemente perché coevo del mitico sovrano albionico e il cui contributo nelle partite in cui ci serve è sempre e costantemente non insufficiente, ma inversamente sufficiente (nel senso che è un vantaggio per gli avversari)? Oppure il sinistro di Dio Kolarov che costa come 10 Di Marco e ne vale metà? O ancora dei Beavis Perisic capace di crossare al terzo anello anche quando batte il calcio di inizio?

Io una soluzione facile l’averi: prendere queste merde e regalare loro il cartellino. Se sono così forti da meritare gli stipendi che quei derelitti mentali del nostro settore sportivo gli garantiscono gli hanno accordato, sicuramente troveranno la fila di squadre disposte ad ingaggiarli come free agent. Noi tifosi vivremmo meglio e sono quasi certo che anche economicamente sarebbe un vantaggio per l’FC Internazionale. Certo dovremmo dismettere il nickname “Anni Nerazzurri”, ma penso ce ne faremo una ragione.

E attenzione: dopo 8 vittorie si può anche perdere e firmerei domani per avere lo stesso score tra altre 9 partite, ma il punto à che io conosco i nostri perdentoni cuor di leone, e so già che non vedono l’ora di perdere con alibi per indulgere nell’autocommiserazione e mandare in culo quel poco di buono che fino ad ora si è riusciti a spremere da loro. Quindi, cari tifosi nerazzurri: show no mercy!