Una cosa va detta subito: Vidal vaffanculo gobbo di merda. Tu e il tuo condottiero che tanto ti ha voluto scatenando la maledizione del “centrocampista richiesto dal mister”, una delle tante che affligge l’Inter (insieme al sortilegio della disprassia da calci piazzati e all’inversione probabilistica dei rimpalli). Con lui in campo c’è sempre da temere la stronzata a ogni palleggio e se facciamo il bilancio di quante cose buone ha propiziato e di quante inculate ci è costato direi che possiamo già capire che sarebbe meglio non vederlo in campo, almeno fino a che non si è fatto esorcizzare da almeno un vescovo, un imam, Baron Samedi e un rappresentante della Santeria a vostra scelta.

La partita si presenta come la tipica partita che comincia convinti che finirà 5-0, per essere poi 0-0 al 75esimo e rischiare di prendere il fico nei minuti di recupero dall’esordiente di rito. Invece i primi 5 minuti fanno ben sperare, ma era un gioco e non un fuoco infatti il Crotone che non sa manco calciare il pallone si ritrova per 3 volte solo davanti al palo della luce che abbiamo in porta. Ma così sarebbe troppo facile segnare, così decidono di affidarsi al centrocampista maledetto e su un corner innocuo Vidal si perde l’uomo che stacca solitario in mezzo all’area piccola e insacca. Incredibilmente siamo sotto con una squadra che retrocederà più o meno a marzo.

Per fortuna reagiamo: Vidal strappa una palla (per farsi perdonare la cazzata), appoggia al nostro regista e unico vero giocatore di calcio in squadra Lukakone che trova un assist pazzesco per Lautaro che si approfitta del difensore affetto da labirintite e insacca. Altri dieci minuti e di nuovo l’asse Vidal-Lukaku confeziona una palla perfetta per Nick Dynamite Barella che con grande altruismo mette un missile in mezzo all’area: Lautaro la manca perché avanti di 10 cm ma un ex gobbo che gioca nel Crotone la insacca nella sua porta: partita rimessa sui giusti binari, da controllare e chiudere il prima possibile.

Manco il tempo per pensarlo perché Vidal si è giocato il pari e quindi su una azione abbastanza innocua del Crotone con la palla già recuperata dal nostro centrocampo da un pestone a 1 m dall’arbitro che incredibilmente non fischia. Con noi la regola che il VAR in questi casi non può intervenire (regola sbagliata per me, ndn) non vale e l’arbitro dopo aver rivisto le immagini concede il penalty. Di nuovo pareggio e palla al centro. Pochi minuti e Lautaro potrebbe riportarci in vantaggio, liberato solo davanti al portiere già a terra, ma al posto di alzare il pallone e segnare, cerca un improbabile tunnel al portiere.

L’Odiato Mister all’intervallo capisce che il suo favorito è meglio farlo sedere in panchina, per fortuna, e l’Inter gioca la partita che ci aspettavamo: dopo 10 minuti di studio cominciamo il bombardamento. Segna Lautaro con azione avviata ovviamente da Lukakone; poi segna Romelu a modo suo, difendendo palla, lanciando via l’avversario e poi sfondando la porta (ricordandomi una volta di più un numero 10 della nostra storia finito alcolizzato, ma molto forte); segna di nuovo El Toro facendosi rimbalzare in testa un tiro di Perisic. In mezzo a tutto ciò c’è anche tempo per un rigore grande come una casa su Skriniar diventato – tanto per cambiare – fallo in attacco e una miriade di altre occasioni, tra cui quasi allo scadere un meritato bel gol (sempre di sinistro, sa la madonna perché non segna con il suo piede) di Hakimi, fino a quel momento uno dei migliori in campo.

Ma ovviamente la sfiga è dietro l’angolo e i miei più oscuri incubi si concretizzano quando Lukakone si siede in mezzo al campo perché ha sentito tirare l’adduttore. Con mio sgomento viene sostituito da Perisic (che propizierà il nostor quinto gol), ma la situazione non è grave, è drammatica. Senza Lukaku e con il solo Lautaro lì davanti fare punti è praticamente impossibile, quindi speriamo che gli montino un muscolo sintetico e lo imbottiscano di cortisone, perché no Lukaku, no party. Cazzo.