Una partita all’insegna dei grandi valori agonistici contro una squadra talmente sfigata che l’unico anno in serie A che farà nella sua storia lo gioca senza pubblico. Non è un caso che fosse la squadra del grande Paolillo dirigente la cui memoria provoca ancora conati di vomito a ogni interista che si rispetti, nonché inventore per conto dell’UEFA di quella cagata pazzesca del Fair Play Finanziario.

Della partita non c’è molto da dire se non che evidenzia l’attuale stato di (non) forma della squadra che tra eliminazione (meritata) dall’Europa e partite ogni tre giorni ha la lingua per terra: Lukaku si regge in piedi per miracolo e miccia corta a fianco a lui non lo aiuta mai, perdendosi ogni partita in mille giochetti di dubbia utilità; Brozo rotea le braccine insopportabilmente litigando con il resto del centrocampo senza fare mai la cosa giusta al primo tocco; d’altronde intorno ha uno che corre come un pollo decapitato in mezzo al campo e un invasato che praticamente viene picchiato per tutte le partite dagli avversari impunemente.

È anche vero che i cambi spiegano perché facciamo così cagare: Sensi entra in campo e visto che non si sta rompendo riesce a non fare mai la cosa giusta, Vidal peggio mi sento, così come i terzini di riserva che oggi sono riusciti a tenere quasi in partita uno Spezia che senza neanche sapere come si tira in porta è riuscito a segnarci. Perlomeno ha segnato a tempo scaduto così non abbiamo rischiato di farli pareggiare.

Se non mi fossi addormentato più volte durante il match avrei anche potuto incazzarmi. Ronf.