Com’era la storia “Basta Pazza Inter”? Almeno la Pazza Inter era guidata da passione e imprevedibilità, estro e follia, cuore e anima e gamba. Questa versione sbiadita e un po’ gobbizzata invece sembra essere guidata dall’afasia calcistica con un sacco di palloni giocati ma mai trasformati in un tiro in porta, dal continuo rimpallo a destra e a sinistra per poi allargare e non arrivare mai in fondo, dalla costante sensazione che alla prima occasione prenderemo gol e che solo occasionalmente e di fronte ad avversari più sbiellati o conciati di noi riusciremo a ribaltare il risultato.

Il primo tempo si apre con un piccolo lume di speranza: Belotti, di cui il nostro ottuagenario portiere è segretamente innamorato da anni tanto da concedergli gol impronosticabili e sospetti, si infortuna e va in panca; al suo posto il giocatore che passerà alla storia per le risate provocate dalla sua rincorsa per un rigore decisivo (sbagliato), zuzzurrellone Zaza. Mi sento la partita in tasca, se non fosse che piuttosto che tirare in porta ci facciamo dare fuoco come bonzi in piazza a Lhasa. Invece i granata toccano si e no 3 palloni ma sospinti dalla miglior partita in carriera di Singo (passata, presente e futura) tirano in porta almeno in 3 occasioni di cui una trasformata in gol dopo un triangolo iniziato dal Viejo Maravilla (lasciate perdere che in teoria gioca nella nostra squadra).

Il secondo tempo così comincia inspiegabilmente in svantaggio e dopo poco si mette pure peggio perché nel caso dell’Inter il VAR funziona dato che su un lancio di 80 metri con l’arbitro a 70 metri Young prende a calci (giustamente) Singo mentre Handanovic che era a 50 cm dal pallone li guarda come io potrei guardare un leone nel mio soggiorno. Il VAR si rende conto che a meno che La Penna sia Superman non può aver visto un cazzo di niente, lo richiama alla review e inevitabilmente ci fischiano un rigore contro.

Ma non tutto il male vien per nuocere: i granata si autoconvincono che sia il 90esimo e contemporaneamente i nerazzurri si rendono conto che stanno giocando una gara ufficiale e non una cazzo di amichevole estiva. Nel giro di 3 minuti ci riportiamo in parità (grazie ai due attaccanti) facendo quello che dovremmo fare in tutte le partite, ovvero concludere le azioni provando a tirare in porta. Passano pochi minuti e il VAR ci restituisce il favore chiamando La Penna a rivedere la scarpata che si prende Hakimi in piena area di rigore (qui l’uso del VAR mi pare più estroso, ma per una volta non ci lamentiamo). Lukakone trasforma il rigore e la partita si mette in discesa. C’è tempo ancora per parecchie bestemmie e per un gol immeritato segnato da Lautaro (3 palloni toccati in tutta la partita) che ci consente di non soffrire troppo nei 5 minuti di recupero.

Alla fine della fiera a me sto calcio fatto di un sacco di possesso palla, decine di azioni non concretizzate, qualche brivido e mediamente più sconfitte (o pareggi) che vittorie mi ha già rotto ampiamente il cazzo con buona pace di quelli che se la menano con il bel gioco che “vende” in Europa e tra i gggggiovani. Io onestamente ho ampiamente nostalgia del catenaccio, di un gioco lineare, veloce e cattivo, che mi dia la sensazione di rischiare poco e capitalizzare molto. Sarò anziano, sarò vetusto, ma ho il dubbio di essere solamente uno a cui piace vincere con lo stile che ci contraddistingue piuttosto che non combinare un cazzo venendo vezzeggiato e incensato da quattro paggetti in televisione o sui media. Ridatemi il catenaccio, cazzo!