Per noi che siamo stati bambini negli anni 80 questo 4-3 in rimonta è un po’ una vendetta consumata con 30 anni di ritardo: ricordo ancora le lacrime per quell’amara sconfitta nel campionato dei record versate su un divano per colpa dei viola. Nonostante questo cominciamo l’anno esattamente come mi aspettavo: con un profluvio di bestemmie dal minuto 1. Anzi, veramente anche da qualche minuto prima quando leggo la formazione: un giorno l’odiato Mister (l’appellativo resta, avevo promesso di dare forfait solo in caso di vittoria di un trofeo l’anno scorso) ci spiegherà perché passa le settimane a spargere voci sull’inutilità di Eriksen per poi metterlo titolare, oppure perché deve panchinare il giocatore per cui è 14 mesi che rompe i coglioni insieme al miglior acquisto di questa sessione di campionato per far giocare Brozovic ubriaco o Young che sulla fascia destra ha fatto cagare ogni volta che ci ha giocato anche solo per 5 minuti. Misteri insondabili.

In ogni caso veniamo alla cronaca da tifoso del match: pronti via, bestemmie, dicevamo. D’altronde quando prendi gol dopo 3 minuti dopo che perdi palla nella tre quarti avversaria per un passaggio molle come un fico del Biondo, seguito da cross di destro di Biraghi e doppio rimpallo con il tuo centrale che si imbelina su se stesso, cosa vuoi pronunciare se non sequele di bestemmie? Per il resto il primo tempo fila via liscissimo nel senso che sembriamo pericolosissimi ma non tiriamo mai in porta, mentre la Fiorentina manco ci prova. D’altronde se noi siamo una mezza discarica – con Kolarov che sembra entrato in campo con il treppiede, Eriksen che si è fumato 10 chiloom (altrimenti sta mollezza non si spiega), Brozo con la labirintite, Not So Young a destra e Perisic a sinistra che veramente mi viene da invocare un meteorite – la Viola è la ricicleria degli scarti delle due milanesi, in partica un Milan B (o C se proprio vogliamo) con una spruzzata di Inter dell’anno scorso. Per fortuna allo scadere Lautaro si invete un gol dei suoi dopo aver sbagliato tutto lo sbagliabile e andiamo al riposo sull’1-1.

Il secondo tempo ci vede partire arrembanti come un pullman di vecchietti della Bagina in gita all’Abbazia di Chiaravalle: pronti via Lautaro trova un gol con doppia deviazione nel sette che di solito vediamo solito vediamo solo quando i giocatori indossano la maglia rossonera, e finalmente penso di potermi redimere e trovare un posto in paradiso anche io. Nonostante le occasioni sembriamo tuttora afflitti da una patologia sconosciuta ad altre squadre e che ci impedisce di tirare in porta. In compenso l’unico pezzo di pregio delle due discariche in campo ce l’hanno i viola: Ribery da solo si beve il nostro centrocampo e la nostra difesa, per ben due volte, per poi servire palloni facili facili ai propri compagni che non si fanno pregare e li sbattono in fondo alla rete. Tanto gioco senza tirare vs contropiede ben  fatto vince sempre il secondo, soprattutto quando il tuo miglior centrocampista continua a perdere palle sanguinose che innescano gli avversari e poi arranca per inseguire avversari che hanno il doppio dei suoi anni: sul 2-3 il profluvio di bestemmie rischia di svegliare il palazzo e temo di sentir suonare il campanello da un momento all’altro. Butto via le scarpe e il maglione, stacco il pc dall’alimentatore, impongo modifiche a tutto ciò che c’è in casa sperando nel karma.

Per nostra fortuna i viola si mangiano due gol fatti (con Kolarov in entrambe le occasioni che pensa già al lettino e alla copertina della RSA dove vive) e ci tengono in partita. Finalmente di fronte alla prospettiva di una sconfitta l’odiato Mister riscoper di avere una panchina, tra l’altro popolata di gente che ha voluto a gran voce o di indubbio valore. Finalmente il Biondo esce dal campo e così anche Not So Young (peggiore in campo insieme a Eriksen e Kolarov), poi fuori anche Brozo, Barella e Perisic: in campo Hakimi che asfalta la fascia destra facendo capire chi deve stare in discarica (panchina) e chi no, i due mastini Vidal e Radja (fisicamente imbarazzanti ma la cui sola presenza fa rinculare i viola di 20 metri), Sensi e Nonno Sanchez per aumentare la qualità davanti.

Uno si aspetterebbe che con tutta sta gente tirassimo qualche tega da fuori, mentre continuiamo con quell’irritante tendenza a dover fare 900 passaggi da 1 metro per arrivare in porta. Un paio di volte i tocchetti da 1 metro lanciano in contropiede la Fiorentina con conseguente mundialito di madonne. Jachini – quello spregevole essere vivente – si gioca anche la carta Borja e la carta Cutrone buttandola in caciara totale, ma  ha fatto i conti senza l’oste: dopo aver sbagliato 2 gol fatti in maniera incredibile Lukakone riceve un assist perfetto di Hakimi (titolare fisso, odiato Mister, non rompere i coglioni tu e i hodici di merda) e spacca la porta anche se Dragowski prova a fare come al solito il miracolo antinerazzurro. Pochi minuti dopo spingendo sull’acceleratore e sfruttando l’ondata di panico da deprivazione di psicofarmaci viola (nonché l’assenza di Ribery e Chiesa che ci hanno rotto il cazzo tutta la partita) Nonno Sanchez scodella una palla perfetta per Mimmo l’Eterna Inter Legend che insacca il 4-3.

I minuti di recupero sono una sequela di mugugni nella speranza che l’Inter non faccia cagate stile Sassuolo dell’anno scorso e i mugugni si trasformano in ovazione quando Mimmo (ancora lui) a mezzo minuto dalla fine si fa sodomizzare da Cutrone pur di prendere il falletto che segna la fine del match. Masterclass. Concludo in giubilo non capendo bene se abbiamo meritato o se loro devono prendere a capocciate gli spigoli dei pilastri del parcheggio sotterraneo di San Siro: in realtà spero che loro prediligano questa reazione perché se è pur vero che in quanto tifoso odio praticamente tutti gli avversari, ci sono squadre come i viola che mi ispirano violenza verbale.

A conclusione posso dire di essere felice come sempre quando l’Inter vince, ma anche parecchio preccupato dalla stagione di bestemmie che mi aspetta oltre che dal fatto che i vecchietti di cui ci siamo riempiti per sondare l’esperienza e garantire risultati subito non portino esattametne i risultati sperati. Ma forse c’è solo bisogno di tempo per capire se sbaglio io o sbaglia il Mister.