MILANO – F.C. Internazionale è felice di annunciare che è stato siglato il prolungamento del contratto del direttore sportivo Piero Ausilio fino al 30 giugno 2020.

Dopo quasi 20 anni all’Inter, dal Settore Giovanile alla Prima Squadra, è un onore e sono molto felice di continuare il mio percorso in società. Ringrazio Suning, il chairman Zhang, Steven e tutto il management per la fiducia riposta in me: insieme continueremo a rinforzare la squadra per riportare l’Inter ai vertici del calcio italiano ed europeo”.

Venerdì 21 aprile l’Inter ha annunciato il rinnovo di Piero Ausilio nel ruolo di responsabile dell’area tecnica, ruolo acquisito dal buon Piero nel febbraio del 2014, dopo il licenziamento di Marco Branca assieme al quale aveva portato avanti la nostra area sportiva dal dicembre del 2010 in qualità di ds.

Tutti gli interisti, chi più chi meno, si sono interrogati sull’effettiva capacità di mantenere davvero questo ruolo importante all’interno di una società storica come la nostra e la scadenza del suo contratto nel 2017 aveva aperto tutti i dibattiti possibili sull’eventuale possibilità di sceglierlo ancora per l’ennesima ricostruzione della nostra Inter oppure andare avanti con un altro nome.

Ma mentre si “fantasticava” sui Sabatini di turno, ecco arrivata la conferma di ciò che sembrava già nell’aria, vale a dire il rinnovo per altri tre anni per colui che già andava in giro a seguire calciatori e già davanti alle telecamere parlava con sicumera come un dirigente per nulla delegittimato come invece tanti volevano far intendere.

La tristezza è, però, che pare sempre che le sue parole non siano minimamente prese in considerazione dall’ambiente, spesso non facciano parte di una strategia già delineata, bensì suonino tante volte come inopportune.

Ma da quando è diventato responsabile dell’area tecnica, cosa ha combinato Ausilio sul mercato?

Questo l’elenco per stagione di tutti gli acquisti fatti dal primo anno:

2014/15: Brozovic, Dodò, M’Vila, Podolski, Vidic, Shaqiri, Osvaldo, Santon, Medel

2015/16: Kondogbia, Perisic, Murillo, Miranda, Melo, Jovetic, Eder, Ljajic, Alex Telles, Montoya, Biabiany

2016/17: Joao Mario, Gabriel Barbosa, Candreva, Ansaldi, Gagliardini, Caner Erkin, Banega, Sainsbury

10 difensori, 11 centrocampisti, 7 attaccanti, per un totale di 28 giocatori in tre stagioni piene.

Di questi, 12 non sono più nella nostra rosa attuale, quasi il 43%.

Un dato molto alto se pensate che stiamo parlando di soli tre anni compreso questo ancora in corso.

Un dato che ci dice che c’è stata (e c’è) tanta confusione, dettata sicuramente anche dal fatto che le prime due campagne acquisti sono state fatte in condizioni economiche chiamiamole deficitarie, le prime dell’era Thohir.

Ma non è stata mai creata una base (forse il più grande fallimento di Ausilio), non c’è mai stata dietro una regia chiara, una condivisione di obiettivi società-parte sportiva nonché una capacità di capire cosa fare e come intervenire.

A leggere quelle campagne acquisti sembra tutto abbastanza raffazzonato nella speranza di beccare l’acquisto giusto e a seguire qualche investimento fortemente voluto ma clamorosamente fallito (vedi Kondogbia, il più clamoroso). Per non parlare dei Gabigol o Joao Mario o Sainsbury (…) che la voce dei ben informati però hanno marchiato come acquisti made in Kia.

Non a caso dal 2014 anche in ambito scelta allenatore ci sono state troppe decisioni in un quadro per nulla omogeneo: dal rinnovo a Mazzarri del 2014 per poi esonerarlo a novembre dello stesso anno, all’ingaggio di Mancini poi dimessosi a dieci giorni dal campionato, per passare a De Boer scelto in “condivisione” con Thohir e poi cacciato dopo neanche tre mesi.

Oggi c’è Pioli che probabilmente verrà sostituito a fine anno.

Dove sono, quindi, le idee chiare? Qual è la linea con cui vengono scelti i mister?

Dov’è quella identità che i responsabili dell’area tecnica devono far trasparire per marchiare la crescita di una squadra?

Sono convinto che all’Inter manchi una figura sopra Ausilio, che può essere un buon… ausilio (nomen omen) ma non certo ad oggi chi guida la nostra possibile (?) rinascita, chi può mettere la faccia davanti a scelte, decisioni, indicazioni della società.

Manca un direttore generale o un ruolo simile che sia però altrettanto forte sulla parte sportiva.

Riguardo il suo rinnovo, invece, avrei preferito cambiare, dopo anni di fallimenti sportivi, pur con tutte le giustificazioni economiche e di cambi societari del caso, ma avrei voluto vedere nuove facce in società anche per cercare di interrompere questa inerzia che ogni anno ci porta sempre più in basso.

E invece Zhang pare non essere d’accordo con il sottoscritto data la conferma di Ausilio con tanto di rinnovo e la sola presenza di Steven a Milano che pare per loro possa bastare per far sentire la presenza della proprietà.

Ecco, evidentemente tutto questo non è sufficiente: non lo è se i tuoi giocatori in primavera mollano completamente di testa, se mollano un altro allenatore per l’ennesima volta, se agli occhi degli stessi e anche dei tifosi le parole del tuo responsabile dell’area tecnica provocano qualche risata (di disperazione) e niente più.

C’è ancora tanto da fare, caro Zhang, e ad oggi siamo ben lontani dall’intravedere quella chiarezza tanto agognata.

Non bastano solo i soldi, se ci sono. Servono anche idee, coerenza, forza e decisioni ferme.