Partita sulla carta senza storia che però di storia ne ha per la nostra solita vocazione alla sofferenza che genera godimento (in questo caso).

Per fortuna cominciamo bene: lo Sparta Praga spera di non prenderle su un campo ghiacciato su cui nessuno vuole allungare la gamba e da un cross abbastanza indecente come tutti i cross della serata Lautaro si inventa un gol della madonna schiacciando al volo in mezza rovesciata una palla che si insacca sotto la traversa. Niente da dire: meno male che ha ritrovato la via del gol. E meno male che riesce a segnare almeno una delle dieci occasioni che ha nei piedi (fino a qualche settimana fa lo score era zero su dieci quindi è un miglioramento).

Dietro molto bene De Vrij e anche Bastoni almeno fino all’85eismo in cui va in debito di ossigeno e comincia a fare diverse minchiate. Pavard le minchiate comincia a farle al 60esimo alternandole con cose buone. Purtroppo invece gli esterni sono bloccati per tutta la partita anche se sia Dimarco sia Dumfries hanno sul piede occasioni d’oro: ovviamente Cavallo Pazzo insacca quella che ci viene annullata per fuorigioco di 3 cm,

In mezzo serata così così di Barella e solita serata di Asllani che fa giusto il compitino e viene tolto da Inzaghi (grazie a un giallo provvidenziale) quando inizia a perdere palloni sanguinosi. Mkhitarian è croce e delizia: imbrocca cose pazzesche e poi le spreca, sbaglia controlli facilissimi e poi inventa diagonali surreali; speriamo sia solo il percorso per tornare in forma dopo il micro infortunio. Zielinski entra anche lui per fare il compitino e almeno non perde palloni assurdi (anzi con un po’ più di garra ci sarebbe molto utile) e lo stesso Frattesi in fase offensiva è l’unico dei subentrati a portarci quasi al gol (certo in fase difensiva ce ne costa quasi due dato che difende esattamente come difendeva Gagliardini, cioè correndo a caso come un pollo sgozzato). Davanti Thuram tiene in piedi la baracca e come detto Lautaro ritrova la via del gol, mentre Taremi è sempre più il Re delle Babbucce  sta iniziando francamente a rompere i coglioni.

Detto tutto questo soffriamo fino alla fine, ma almeno non prendiamo gol sull’ultima azione come successo con il fu Neverkusen. Soffriamo, ma godiamo al triplice fischio, anche se un altro golletto mi avrebbe fatto vivere più sereno l’ennesima serata passata a tifare Inter.