Dal primo minuto della partita è stato chiaro che l’avevi impostata sull’anticalcio e sul “primo non prenderle”, ma sarebbe stato meglio che la palla scagliata sulla traversa nei primi minuti si fosse insaccata sotto il sette, almeno avremmo provato a giocare non dico 90 minuti ma almeno qualche scampolo di match. D’altronde l’adagio dice che chi visse sperando (di non prendere gol) spesso muore cagando ananas per un gol preso al 91esimo. Con City (soprattutto) e Arsenal era andata bene, stasera invece il destino ci presenta il conto.
Certo non fa tutto da solo, perché il nostro mister ci mette parecchio del suo, e non solo nella scelta di come giocarsi la partita. Perché quella scelta la puoi fare ma devi almeno giocare 11 vs 11 per tutti i 90 e rotti minuti. Perché anche stasera i cambi dell’Inter mostrano quanto la vulgata secondo cui abbiamo due squadre sia una solenne cagata, dato che i subentranti sono la chiave per buttare nel cesso la partita (ed è solo in parte colpa loro perché il mister poteva anche fare altre scelte).
Se da un lato l’ingresso in campo di Dimarco e Barella è comprensibile (anche se il primo ha sulla coscienza una doppia copertura sul gol da capelli bianchi e il secondo è entrato in campo come se la partita fosse finita), già il cambio con Lautaro a sostituire Thuram è frutto del solo manuale Cencelli-Inzaghi perché con la partita in bilico qualche minuto con la coppia titolare lo puoi pure fare. Per non parlare della solita mossa Asperger di cambiare Calha e spegnere la luce in campo: con Asllani in campo giochiamo in 10 (e non è un caso che sia uno dei protagonisti della torta finale visto che nei suoi primi 3 palloni toccati aveva provato a mandare in porta i tedeschi già due volte), ma con il magistrale e inutile ingresso in campo di Ernia Letale giochiamo in 9 ed è solo questione di tempo prima di prenderla nel sacco (cosa che immancabilmente succede).
D’altronde il cazzo di telecronista ha passato il secondo tempo a dire che il Bayer non aveva armi per impensierire la nostra difesa e non è bastato consumarmi le mutande a furia di riti apotropaici. Faccio notare che lo stesso pirla ha anche detto “questo è un arbitro bravo, un numero uno” con il risultato di due ammonizioni totalmente inventate (una delle quali all’origine della mossa Asperger che ci è in parte costata il match) e fuorigioco non fischiato sul corner da cui nasce il gol. Intendiamoci: abbiamo meritato di prenderci una pappina a sfregio al 91esimo, però ogni tanto, solo ogni tanto, potrebbe anche capitarci di non subire quanto ci meritiamo, così per vedere l’effetto che fa.
Anche qui: da 3 partite in cui pensavo di fare 2 o forse 3 punti me ne ritrovo 4 quindi non ho di che lamentarmi, ma l’appetito vien mangiando e avrei preferito farne 5 e dover giocare solo una delle due ultime partite. Non era destino e – si sa – il destino è quel che è, non c’è scampo più per me.