Delle quattro partite in casa del nuovo formato della CL questa era una delle due di livello medio (l’altra è l’ultima contro il Monaco). Il Leipzig ci arriva da secondo in classifica in Bundesliga, ma con un bottino ben misero a livello continentale, e sulla carta non dovrebbe esserci storia: dovremmo portare a casa i 3 punti senza se e senza ma. Ma la squadra per cui faccio il tifo dovrebbe cambiare il suo motto da “fratelli del mondo” a “cagare pigne sempre” perché anche nelle situazioni meno problematiche riesce a farmi invecchiare precocemente per il nervoso.
Diciamolo chiaro: nonostante io abbia sofferto come un cane, la partita è stata giocata praticamente a una porta e tutto il gioco o quasi lo abbiamo macinato noi. Però ci siamo pure mangiati una quantità di gol a mezzo metro dalla porta senza senso: da Dumfries a cui hanno montato degli innovativi piedi di ghisa a V (motivo per cui spara la palla in direzioni improbabili ma quasi mai dritta davanti a sé), a Lautaro che ormai è diventato una sorta di controfigura calcistica di Ridolini, a Bastoni che anziché buttarla in porta prova a passarla di testa a Lautaro, fino ad arrivare a Barella che (a parte la serata onestamente poco produttiva) anche con la porta spalancata davanti alla porta deve passare la palla a destra o a sinistra sprecando occasioni su occasioni.
Nonostante questa verve caritatevole e un Pavard in versione Wanda Metropolitano (per fortuna tra giallo e infortunio diplomatico si toglie dal cazzo di rettangolo verde ancor prima dell’intervallo), riusciamo a chiudere il primo tempo in vantaggio non grazie ad una delle tante belle azioni costruite, ma grazie all’unico cross decente di Dimarco che è come la Bella di Siviglia, tutti lo vogliono, ma nessuno lo piglia, manco il portiere, e la palla finisce in fondo al sacco grazie a un colpo di tacco fortuito di Lukebo o come cazzo si chiama. Potevamo segnare solo così.
Non proprio, perché a essere onesti un secondo gol lo avevamo fatto, ma con l’Arsenal ci hanno mandato il figlio di Wenger ad arbitrare, mentre stasera direttamente un figlio del Reich, che si inventa un fallo sul recupero palla di Tikus (che poi appoggia per Enrico Michele un cioccolatino che mi avrebbe fatto vivere sereno gli ultimi scampoli di partita). Invece no. Cagare pigne fino all’ultimo istante (grazie anche a un Arnautovic che si esibisce in tutto il suo repertorio di disagio che va dall’uso della lingua più che delle gambe, al fuorigioco su rinvio del portiere, al fallo tattico al contrario nel senso di un’infrazione fatta quando la palla era tua e dovevi andare verso la porta, ecc. ecc.). Cagare pigne sempre. Ma se caghiamo pigne sugli spalti portando a casa i 3 punti mi va bene anche così. Fanculo agli esteti.