Ho provato a fare una riflessione sul percorso di questi tre anni di Inzaghi, del suo staff, di alcuni calciatori e su cosa è cambiato.
Personalmente non ero entusiasta all’arrivo di Inzaghi ma devo dire che è stata davvero una piacevole scoperta pur avendolo criticato nei momenti peggiori. Si migliora sempre nella vita e nel lavoro ma serve poter sbagliare per crescere.
Inzaghi e staff approdano all’Inter con poca esperienza (6 anni da pro) e zero in una vera big, trovano un mondo diverso, piazza, società , tifosi, la gestione di un gruppo che ha vinto e una squadra, purtroppo depotenziata dal mercato, che devono “fare loro”. La prima difficoltà è quella di convincere il gruppo a rimettersi in gioco su qualcosa di nuovo.
Iniziano toccando poco e aggiungendo qualcosa e sembra funzionare ma a febbraio entriamo in una crisi da 7 punti in 7 partite, sliding doors il derby, una sconfitta che arriva da almeno 20 giorni balbettanti dove al 70’ regolarmente abbiamo un calo drastico della performance. Proviamo ora ad analizzare cosa è cambiato da quella stagione ad oggi nei seguenti punti:
- Gestione delle risorse
- Preparazione atletica e turnover
- Idea tattica
Gestione delle risorse
Lo staff tecnico e il mister hanno sempre avuto una gestione del gruppo da leader autorevoli che spesso all’esterno è stata etichettata come un modus operandi “poco figo” perché i toni non sono mai stati accesi, vistosi o plateali né verso il gruppo né tanto meno verso i singoli.
Il target è sempre il “noi” prima di tutto e questa modalità permette di poter guidare un gruppo nel bene o nel male per più anni. Ci sono tecnici bravissimi nel costruire squadre, bravissimi nel dare un imprinting significativo ai calciatori ma l’autorità ne obbliga spesso un lavoro di massimo 2 anni in un club, un tempo oltre il quale inizia a esserci un logorio da più parti.
Cosa hanno cambiato nei loro tre anni Inzaghi e staff nella gestione del gruppo?
Direi pressoché nulla, le fondamenta di gestione del gruppo son sempre le stesse e credo rimarranno sempre queste.
Preparazione atletica e turnover
Lo staff che gestisce la preparazione atletica è davvero ben preparato. Elemento non scontato, anche se se sempre più presente, è che i preparatori pro hanno quasi tutti il patentino UEFA-B e questo aiuta moltissimo per preparare atleticamente gli atleti conoscendo la tipologia dei gesti da completare e Ripert possiede il patentino UEFA -B (interessante).
Come metodologia si cerca di mantenere una condizione atletica con lavori anche personalizzati al 90% del potenziale tutta la stagione e questo permette come primo risultato di avere pochi infortuni muscolari e, in caso, che si possano presentare in media di lieve entità.
Il punto forte dello staff è la sinergia tra gestione atletica e gestione tecnica e in questo, da quel che ho potuto sentire, siamo in mano a uno staff completo e davvero ben sintonizzato. Rispetto al lavoro che facevano alla Lazio, arrivati all’Inter non c’è stato alcun cambiamento nella metodologia ma un adattamento per affrontare una stagione più densa di impegni (stanno ancora studiando come migliorare ulteriormente).
Una curiosità non scontata è l’utilizzo del gps per avere dati che denotano cali di condizione durante la stagione programmando un lavoro personalizzato che porta a recupero di quel che è stato perso.
Lo staff non lavora mai in modo integralista, ovvero o solo palla o solo a secco (cosa che prediligo anche io) ma ricerca sempre un equilibrio importante tra esercizi allenanti e metabolici, sfruttando la palla; per alzare l’intensità fisica si integra con un lavoro a secco prevalentemente funzionale.
Un dato è certo, con buona pace degli amanti delle corse nei boschi: per la maggior parte dei preparatori non esiste più la preparazione atletica estiva come la conoscono quelli che hanno calcato qualche campo negli anni 90, non esiste più il richiamo di preparazione di metà stagione. Il mantenere una condizione intorno al 90% prevede un lavoro continuo e spesso personalizzato distribuito lungo tutta la stagione con sessioni più specifiche quando non ci sono tre gare a settimana.
Il cambiamento non è nella metodologia ma nei dettagli portati dalla conoscenza e dall’esperienza ed è in costante evoluzione.
La gestione del turnover che ha fatto molto discutere può essere affrontata con due metodologie di base entrambe valide e potenzialmente redditizie.
- Turnover importante in previsione di una/set di gare significative
- Turnover mirato con cambi intorno al 65’.
Il primo si basa su un concetto piuttosto semplice, ovvero far riposare i potenziali titolari prima di una gara importante cercando di mantenere una competitività significativa.
Il rischio è quello di lasciare qualche cosa se i valori tecnici delle riserve non sono eccelsi e, se da un lato questa gestione consente di gestire il riposo dei titolari e di tenere la condizione delle riserve, dall’altro potrebbe determinare qualche problema di intensità quando un calciatore titolare che fa parte di un turnover rischia di non giocare una gara per 10 giorni
Il secondo si basa su un dato scientifico per cui il regime di stanchezza di un atleta subentra mediamente intorno al 60/65’ (produzione di acido lattico) se parliamo di gare molto intense, diversamente intorno al 75’.
Se i titolari stanno bene per larghi tratti della stagione, sfruttando questo principio, si può avere atleti preformanti e sempre abituati all’intensità agonistica, di contro si aumenta il rischio infortuni da contatto. Chi gioca solo uno spezzone integra con un allenamento a fine gara e un personalizzato il giorno seguente.
La soluzione ottima è riuscire a creare il giusto equilibrio tra le due metologie basandosi su obiettivi stagionali e numero di giorni che intercorrono tra una gara e l’altra.
Inzaghi e staff all’Inter sono partiti integralisti con la seconda filosofia ma durante questa stagione hanno fatto anche turnover ampi in alcuni momenti precisi a dimostrazione che si sta anche ricercando quali momenti e su quali parametri si possa basare la metodologia giusta nei vari periodi dell’anno. Una maggior conoscenza dei calciatori di “lungo corso” credo che permetterà prossimo anno di migliorare ulteriormente sotto questo aspetto.
FINE PRIMA PARTE
(LA SECONDA PARTE SUI TEMI TATTICI VERRA’ PUBBLICATA TRA QUALCHE GIORNO)