Se c’era bisogno della dimostrazione pratica che siamo una squadra storicamente, costitutivamente, sportivamente, mentalmente e tatticamente aliena al gioco frillo per divertire questa partita nuda e cruda, chiusa, sporca, senza ghirigori, con le tre linee del 5-3-2 in 20 metri per 100 minuti lasciando l’iniziativa all’avversario, ne è un manifesto: una partita che sulla carta perdevi al 100% trasformata in un momento su cui si potrebbe rifondare qualcosa, sempre che si abbandonino i sogni di gloria troppo fru fru e si torni con i piedi per terra a giocare un calcio magari non avveniristico ma di sicuro impatto e risultato. Difesa, difesa, difesa. Poi là davanti qualcosa salta fuori, soprattutto se rientra anche con la testa oltre che con il fisico Big Rom.
Sono andato allo stadio senza alcuna aspettativa, ma da subito mi è sembrata una Beneamata diversa, più simile a quelle che apprezzo io, con meno vezzi e più concretezza: i centrocampisti (anche la mummia armena oggi fondamentale) si sono da subito fatti il culo per spostare le marcatura in orizzontale e aiutare gli esterni senza sguarnire il centro; Di Marco e Darmian hanno fatto 60 minuti di altissimo livello non concedendo quasi nulla e infatti abbiamo sofferto dalle fasce solo quando sono entrati i loro sostituti decisamente meno attenti alla fase difensiva (brutto brutto il buco di Gosens alla seconda palla giocata con un movimento a lasciare sguarnita la zona dietro di sé che quest’anno abbiamo pagato caro molte volte; bello bello viceversa il lampo di Cavallo Pazzo che libera l’area come una freccia e viene graziato da un arbitro un po’ ondivago quale quello di stasera); davanti a parte quella vescia inguardabile di Correa Lautaro ha corso come un cagnaccio rompendo il cazzo a tutti i difensori blaugrana senza soluzione di continuità (e quindi mancando parecchio di lucidità, ma capra e cavoli è un lusso che non possiamo permetterci). Uber alles: Onana. Sì, lo so che ha avuto diverse incertezze che mi hanno fatto cagare sotto, ma almeno non vivo con la sensazione che ogni tiro sarà gol. Merita di essere il titolare, se non altro perché sorride e ci leva dai coglioni la sedia slovena.
La partita è di lettura abbastanza lineare: abbiamo giocato chiusi in difesa per poi ripartire quando si poteva, anche a costo di rinunciare a qualche contropiede pur di non rimanere scoperti. Io non credevo potessimo tenere la concentrazione per farlo 90 e passa minuti, ma i ragazzi mi hanno smentito, causandomi il doppio dell’incazzatura per le 10 partite che hanno preceduto questa. E’ ovvio: rimaniamo una squadra con grandi limiti, ma una partita tatticamente attenta può nascondere parte di questi limiti. Se solo giocatori e mister lo capissero: eh sì perché anche oggi il buon Limone ci ha messo di suo con il solito ritardo di indecisione sui cambi, anche se a sto giro non siamo stati puniti come successo nelle precedenti occasioni. La strada è parecchio lunga e spero per lui che non pensi di esibire questa vittoria come quella con il Liverpool dell’anno scorso che tanti lutti addusse agli interisti.
Dopodiché godiamocela per bene perché i culé, oltre ad essere la squadra simbolo degli occasionali e quindi oggetto di sommo disprezzo da parte mia, sono anche una delle squadra più antipatiche e antisportive mai viste capaci al tempo stesso di stare sempre su un cazzo di piedistallo, degni alter ego delle odiatissime merengues. E forse per una volta il dio del calcio ha deciso di darci una spintarella anche se ovviamente in maniera non lineare visto che abbiamo avuto un rigore non concesso perché prima del fallo di mano blaugrana c’era fuorigioco di 1 mm, un gol annullato per fuorigioco di 2 mm, a fronte di un gol annullato agli avversari per tocco di mano e un rigore non concesso al 95esimo (sarebbe stata una clamorosa beffa) nonostante i dubbi sul possibile tocco di mano di Dumfries. Per una volta posso dire che ci ha detto culo, ma guai a chi me la mena perché sta roba succederà 1 volta all’anno al contrario di altri che non voglio manco nominare. Per ora godiamo, domani è un altro giorno, si vedrà.