Non credo di poter trovare le parole giuste per commentare la partita dell’altra sera: delusione, amarezza e incazzatura prevarranno quasi sempre su qualsiasi analisi razionale.
Quello che resta dopo questo 2-3 è una Champions League a -4 punti a tre giornate dal termine, una squadra probabilmente devastata nel morale e nelle energie e un mister sensibilmente giù di tono nelle interviste post partita: pensare di poter portare a casa 3 punti contro la Juventus in inferiorità numerica fino all’87’ per poi perdere tutto in 5 minuti scarsi non può che lasciare tracce negative.
La speranza ovviamente è l’ultima a morire ma servono ulteriori energie mentali e fisiche dopo la super partita giocata in 10 sabato sera per cercare il miracolo nel finale di campionato: il nostro destino non dipende più solo da noi ma anche da eventuali défaillance di Roma e Lazio che invece continuano imperterrite la loro marcia Champions.
Pessima la direzione di Orsato, paradossalmente non tanto negli episodi (da denuncia però la mancata espulsione di Pjanic) quanto nel metro utilizzato. Una presunzione e mediocrità oserei dire d’altri tempi che ha indirizzato la partita verso i binari preferiti dai bianconeri. Una direzione che a maglie invertite credo non sarebbe mai esistita.
Ho letto numerose critiche sul mister nel weekend; ha sbagliato sicuramente i cambi, ha sbagliato a modificare la disposizione della squadra a pochi minuti dal termine ma spezzo sempre una grande lancia a suo favore: ricordiamoci che ogni qual volta si gira verso la panchina per capire chi buttare nella mischia trova una successione di nomi degni di una squadra da metà classifica (e sono buono). Le colpe sono anche di chi ha costruito questa rosa non all’altezza che nonostante ciò l’allenatore, che giustamente oggi critichiamo, ha reso performante fino a farci lottare fino alla fine del campionato per un posto in Champions.
Non so se Inter-Juve lascerà strascichi anche in Spalletti e nel suo futuro legato ai nostri colori, spero solo che il progetto tecnico non si interrompa anche perché non credo potremo avere la forza economica e tecnica per convincere uno migliore di lui per venire ad allenarci.
IL MIGLIORE: RAFINHA
Finché il fiato regge, prende per mano la squadra soprattutto dopo l’espulsione di Vecino. Prende botte (quelle di Pjanic sarebbero da secondo giallo), si carica sulle spalle i compagni con una tecnica che nessuno nell’intera rosa nerazzurra ha. Sembra un giocatore tanto coinvolto e preso dai nostri colori: non so quanto una Europa League possa ispirare lui su una possibile permanenza e la nostra dirigenza sul riscatto, senza la forza per investire tanti soldi su un giocatore di ottima caratura ma dalle incognite fisiche ancora non sparite al 100%.
IL PEGGIORE: SANTON
Come contro l’Udinese all’andata, come contro il Chievo, per fortuna con risultato finale diverso, gioca Santon e la squadra magicamente smette di giocare con logica. Certo, eravamo scoppiati, ma lui dall’alto della sua freschezza si fa saltare come un birillo da Cuadrado prima e perde Higuain sul 2-3. C’è di peggio? Boh, forse solo Muntari a Catania nel 2010 lo superò.
Il grande errore di Spalletti è stato buttarlo dentro cambiando disposizione tattica, nella speranza potesse aiutarci a tenere alto il fortino ma l’ex Newcastle è inadeguato a questi livelli e inutile per qualsiasi tipo di ragionamento tattico.
PAGELLE:
Handanovic 4,5
D’Ambrosio 5,5
Skriniar 6
Miranda 6
Cancelo 6
Brozovic 6,5
Vecino 4
Candreva 6
Perisic 7
Rafinha 7
Icardi 7
(Borja 6, Santon 3, Karamoh s.v.)
SPALLETTOMETRO: 30%
Boh, le sue parole nel post partita e l’obiettivo Champions sempre più lontano infondono un certo pessimismo riguardo la sua permanenza.
Anche il cambio di Icardi, visibilmente arrabbiato col mister sul 2-1 e in lacrime a fine partita per la sconfitta, potrebbe essere un aspetto decisivo nelle scelte di fine stagione.
La mia speranza la sapete, la realtà la capiremo tra un mese.