Oggi Samir Handanovic è stato intervistato dal Corriere dello Sport.

Callejon, Mertens e Insigne: chi toglierebbe al tridente azzurro? 
“Io toglierei… Sarri perché questi tre giocatori, ma anche Allan, Koulibaly, Zielinski e Hamsik, sono diventati così forti e sono migliorati con lui in panchina. E’ stato Sarri che ha permesso loro di esprimersi al massimo e di fare il salto di qualità”.

Cosa ricorda dello 0-0 al San Paolo? 
“All’andata abbiamo disputato una buona prova e ci è mancato l’ultimo passaggio, il tenere un po’ di più la palla. Al Napoli non devi permettere di fare un grande palleggio sennò è dura”.

Non raggiungere la Champions League neppure quest’anno per l’Inter sarebbe un fallimento? 
“E’ un’eventualità che abbiamo il dovere di non prendere neppure in considerazione. Bisogna reagire e tornare a essere quelli del girone d’andata”.

E’ soddisfatto della stagione nerazzurra finora? 
“Se me lo avesse chiesto a dicembre, le avrei risposto di sì e avrei aggiunto che sarebbe stato necessario tenere alta la concentrazione fino alla fine. Adesso sono un po’ meno soddisfatto. Nel campionato ci sono alti e bassi e questo è sicuramente un momento negativo che dobbiamo superare”.

Lei era tra quelli che sognavano un’Inter da scudetto o come Spalletti sapeva che la giusta dimensione della squadra era la lotta per la Champions League? 
“Sognare era legittimo in quel momento e neppure io ero… immune dal farlo, ma nella mia testa ho sempre avuto come traguardo la Champions, l’obiettivo fissato dalla società”.

Quali sono state le vostre caratteristiche migliori nei primi 4 mesi? 
“La compattezza e la mentalità di tutti”.

Cosa è successo da metà dicembre in poi? 
“Era fisiologico che sarebbe arrivato un calo. Dobbiamo evitare che voci di mercato, e mi riferisco ai rinnovi dei contratti, ai tanti giocatori che possono arrivare o andar via e a cose simili, tolgano spazio al campo perché parlare di tutti questi argomenti destabilizza solo l’ambiente. Le speculazioni dei media fanno parte del “circus”, ma noi come Inter dobbiamo imparare a rifiutarle in maniera forte e netta. A volte invece queste cose vengono un po’ troppo cavalcate da tutti. Durante una stagione va difeso e protetto il gruppo che c’è. E’ controproducente sentir parlare sempre di acquisti che devono sostituire chi è già qui e dà il massimo per la maglia. Tutto questo secondo me ci ha un po’ disturbato. Io penso che il giocatore debba fare sempre il giocatore, ma mi permetto di esprimere un giudizio di questo tipo in modo da dare un mio contributo”.

Se ripensa alla stagione ha dei rammarichi? 
“I gol subiti a Firenze e a Ferrara dopo il novantesimo. Con quelle due vittorie l’autostima sarebbe maggiore”.

Con Spalletti c’è stato un cambiamento di mentalità rispetto agli ultimi anni negativi? 
“Sì e penso che sia evidente”.

Se le chiediamo un bilancio dei suoi (quasi) 6 anni a Milano, è rammaricato dal non aver giocato ancora la Champions? 
“La storia e il blasone dell’Inter parlano da soli e dicono cosa deve fare e dove deve essere questa squadra tutte le stagioni”.

Icardi può vincere la classifica dei cannonieri? 
“I record individuali devono essere l’ultimo dei nostri pensieri. Servono i gol di tutti per arrivare all’obiettivo”.

Cosa risponde a chi sostiene che il vostro spogliatoio ultimamente non è più unito? 
“Che è compatto e che rispetto a dicembre non è cambiato niente. I mali e le voci negative escono perché i risultati non sono più quelli di prima, ma il modo di allenarci e di stare insieme non è cambiato”.

1) Destabilizzati dal mercato: quale mercato?

2) Solo io non vedo tutta questa simpatia tra Handanovic e Icardi? Sia nelle parole legate ai rinnovi paventati negli ultimi mesi sia nella risposta sulla classifica capocannonieri. O forse sono io troppo maligno…

3) Se a destabilizzare il gruppo invece sono stati i rinnovi tipo quello di Eder allora possiamo dire che quelli hanno destabilizzato pure noi.

4) 6 anni di Inter, quasi ogni anno a fine stagione chiedeva di valutare la cessione per andare a giocare la Champions. Puntualmente ogni estate restava qui. Sono tra quelli che non vedono Handanovic tra i principali problemi nerazzurri ma di certo è una rappresentazione di quello che è stata l’Inter negli ultimi anni. Se si vuole ripartire davvero farei a meno anche di lui.

5) Come? Non per forza con una cessione. Il rinnovo fino al 2021 lo blinda praticamente a vita ai colori nerazzurri. Ma per un classe 1984 direi che le prestazioni in termini di efficacia ed elasticità andranno calando drasticamente. Io però vedo Handanovic un po’ come Toldo, cioè anche come secondo a fine carriera per far “crescere” un nuovo numero uno. Mia sensazione.